“Come molti aspetti dell’esistenza, il poliamore è convincente in linea di principio”, spiega Alain de Botton. “Anche se sembra una perfetta via d’uscita dall’ipocrisia della società riguardo il desiderio sessuale, spesso può essere molto difficile da realizzare”. Leggi
Il sito di incontri OkCupid ha una novità per i poliamorosi. La funzione permette alle persone il cui status è “sto uscendo con qualcuno”, “sono sposato” o “sono in una relazione aperta” di collegare i due profili e cercare altre persone che vogliono unirsi alla loro relazione. Questa mossa risponde a una rapida crescita del numero di utenti di OkCupid interessati a relazioni non monogame. Leggi
Non so quale sia il momento migliore per dire a una ragazza appena incontrata che sono già in una relazione aperta con un’altra. Leggi
Io e mio marito siamo sposati da vent’anni, e abbiamo entrambi altri partner. Leggi
*Maschio etero. Ho frequentato un corso di scrittura creativa, e ho formato un gruppo di scrittura con altri studenti. Ci incontriamo e lavoriamo sulle cose che stiamo scrivendo. Nel gruppo c’è un ragazzo gay, che qualche tempo fa mi ha confessato di essersi preso una cotta per me. Nessun problema, però gli ho detto che non sono attratto dai maschi.
*L’altro giorno mi ha mandato un’email dicendo che voleva parlarmi. Ci siamo visti a cena, e mi ha detto che nonostante io dica di essere etero, lui ha la sensazione che gli stia mandando dei segnali d’interesse. Dice che da parte mia è crudele, e lo fa sentire preso in giro. Quando gli ho chiesto di farmi qualche esempio, ha detto che all’inizio, mentre frequentavamo il corso, ha notato che avevo cominciato a vestirmi come lui, e che questo è un modo in cui a volte i gay non dichiarati mostrano il loro interesse per altri uomini. Ha fatto l’esempio di una volta che era venuto a lezione con un maglione rosso, e la settimana dopo io ci sono andato con una maglietta rossa.
*Ha anche avuto l’impressione, mi ha detto, che i racconti che porto al gruppo segretamente parlino di lui. Ammetto di non essere il classico stereotipo dell’eterosessuale – ho gusto in fatto di scarpe e amo l’arte – ma so cosa mi piace, e con chi mi va di spogliarmi. A questo ragazzo non ho mai mandato segnali, non l’ho mai illuso, e tutta questa storia è successa solo nella sua testa. L’ho chiarito anche a lui, e ora dice che si sente ferito e che non vuole più vedermi agli incontri del gruppo.
*Ha proposto di frequentarlo in condivisione, andandoci a incontri alternati, ma mi sono rifiutato. Siamo entrambi adulti, e dovremmo avere una maturità emotiva sufficiente a gestire la situazione. Secondo te sono troppo duro?
– Pulled Into Drama
I gay non dichiarati non comunicano con i gay dichiarati con le magliette colorate. Usano Craigslist.
Mettiamola così, PID: Jeffrey Dahmer – il cannibale di Milwaukee – si è mangiato un mio amico. Con questo intendo dire che alcuni gay sono malati di mente. Non sto dicendo che tu rischi di essere drogato, stuprato, fatto a pezzi e mangiato da questo tuo compagno del gruppo di scrittura. Ma il ragazzo – se il tuo resoconto è fedele – è piuttosto seccante e parecchio fuori di testa.
Confida a qualche altro compagno cosa sta succedendo, e preparati all’idea di lasciare il gruppo o formarne un altro, nel caso che mister Maglione Rosso dovesse continuare a scorgere indizi nel tuo guardaroba. E poi: non uscirci mai più da solo. Uno che ti accusa di provarci segretamente con lui a colpi di magliette rosse è capace di accuse anche peggiori.
Infine, PID, un consiglio extra: gli scrittori, per scrivere, non hanno bisogno di un gruppo di scrittura. Devono solo scrivere.
Siete gay, in coppia e non monogami? Un lettore di Savage Love e sei ricercatori specializzati in comportamenti sessuali stanno studiando la soddisfazione di coppia nelle relazioni gay non monogame.
Lo studio è dedicato alle coppie di maschi omosessuali che fanno sesso con altri uomini ma non avviano relazioni. Non gente che ha relazioni poliamorose, ma solo coppie aperte. Se siete gay, in coppia e non monogami, ma nemmeno poliamorosi, e avete qualche minuto da sacrificare alla scienza – alla scienza! – partecipate al sondaggio su socialsci.com/s/relationshipsurvey.
Nel Savage Lovecast, Dan parla con un avvocato specializzato in diritti umani del trattamento che Chelsea Manning può aspettarsi in prigione. Su savagelovecast.com.
(Traduzione di Matteo Colombo) Leggi
Sono un ragazzo di 27 anni e da due ho una relazione con una ragazza di 26. La mia precedente partner mi tradiva, mentiva e ha fatto alcune cose imperdonabili. Le mie colpe ce le avevo anch’io – sono rimasto con lei a lungo anche dopo essermi reso conto che tra noi non funzionava – ma quel rapporto mi ha fatto scoprire una passione. Sapendo che lei mi tradiva, mi sono reso conto che quel pensiero mi eccitava tantissimo. A lei non l’ho mai detto.
E veniamo alla fidanzata successiva. Quando ho tirato fuori la mia piccola passione stavamo insieme già da qualche mese. Lei si è mostrata molto accomodante (raccontandomi dei suoi tradimenti con un sacco di parole zozze, inventandosi storie di tradimento), e poi, dopo qualche mese, ha ammesso che che le sarebbe piaciuto provare davvero. Le ho detto che per me andava bene, a patto che avessi anch’io la possibilità di andare con altre. Abbiamo stabilito una serie di regole e poi ci abbiamo provato. Lei ha trovato un tizio su OKCupid e ci ha fatto sesso; io ho rivisto una mia ex. Tutto sembrava andare alla grande. Due settimane dopo, però, lei si è ubriacata e mi ha confessato che aveva rivisto il tizio di OKCupid senza dirmelo. Ci sono rimasto così male che l’ho quasi lasciata. Ignorare i criteri che ci eravamo dati mi è sembrato un tradimento. Lei poi ha ammesso di averlo visto un’altra volta senza prima parlarne con me.
Sono i normali intoppi che si vivono all’inizio di una relazione aperta? Oppure queste bugie sono segno che di lei non mi posso fidare? Ho la sensazione che trovare un’altra che abbia i miei stessi gusti sarebbe difficile, e magari stiamo solo avendo qualche difficoltà a orientarci nel poliamore. Io amo la mia partner e, se possibile, questa cosa del *cuckolding vorrei farla funzionare. Farci pace o lasciar perdere?*
–Confused Upon Cheating Kink
La tua lettera ha lasciato confuso anche me, CUCK, e ti spiego perché: prima descrivi la tua come una relazione aperta, poi come poliamore, e infine come “questa cosa del cuckolding”.
Andiamo con ordine: relazioni poliamorose e relazioni aperte sono due cose diverse. Esistono anche relazioni poliamorose aperte, ma per la maggior parte sono chiuse. Questo significa che tre (o più) persone sono legate in modo esclusivo, e senza che siano previste avventure occasionali né coinvolgimenti emotivi con una quarta, quinta o sesta persona. Ma è vero anche il contrario: non tutte le relazioni aperte sono poliamorose. Due persone che hanno una relazione aperta possono concedersi di scopare con altre, con l’implicita intesa che non ci siano frequentazioni regolari, e nemmeno – Dio ne scampi – innamoramenti.
E poi ci sono le corna. Il cosiddetto cuckolding funziona sostanzialmente così: la metà femminile di una coppia eterosessuale viola le regole e poi sbatte in faccia al partner le prove del suo tradimento (ci sono cornuti che godono nel farsele, letteralmente, sbattere in faccia).
Il cuckolding è l’erotizzazione del tradimento, CUCK, e tu per mesi hai fantasticato con la tua ragazza sull’idea di essere tradito. Vi siete detti un sacco di porcate, avete inventato storie, te lo ricordi? Poi, però, quando si è trattato di trasformare le fantasie in realtà, CUCK, avete fissato regole che ricordano tanto quelle di una relazione aperta non poliamorosa piuttosto standard: lei poteva scoparsi altre persone, e tu pure. Anche qui sono confuso: nel cuckolding, il cornuto di solito non può scopare in giro. A scopare in giro è solo lei.
Se i discorsi che hai fatto con la tua ragazza erano confusi come la tua lettera, CUCK, è possibile che anche lei sia rimasta piuttosto confusa. Potrebbe aver pensato che le regole valessero per te e non per lei. Che fosse libera di violarle perché a te il tradimento eccita. Ora sa che il tradimento ti eccita come fantasia, e non nella realtà.
Sia chiaro che sto concedendo alla tua ragazza il beneficio del dubbio, CUCK, ma siccome tu la ami e vorresti che tra voi due le cose funzionassero, e siccome di fidanzate che siano aperte al cuckolding in giro non se ne trovano tante, penso che il beneficio del dubbio dovresti concederglielo anche tu. Sarà il tempo a stabilire se lei è una “traditrice” onesta, di cui ti puoi fidare, o una traditrice bugiarda di cui sbarazzarsi.
Non riesco ad avere l’orgasmo con il sesso orale. Con quello vaginale sì. Ed è una cosa che mi frustra, perché mi rendo conto che alla mia ragazza dà fastidio. Io, però, pur arrivandoci vicino, quel culmine non riesco proprio a raggiungerlo. Penso sia una questione di controllo. Durante il sesso vaginale un minimo di controllo ce l’ho, durante quello orale no. Aiutami.
–Almost There
Forse non è una questione di controllo, AT. Forse il rapporto orale per te non funziona – non ti fa raggiungere il culmine – perché… il rapporto orale per te non funziona. Se un problema simile ce l’avesse la tua ragazza – se, mettiamo, per raggiungere il culmine le servisse un vibratore – il consiglio più normale, sex-positive e attento alle esigenze della donna sarebbe quello di accettare che, molto semplicemente, la sua passera funziona così.
Ti ordinerei di usare il vibratore nei vostri rapporti orali e vaginali, e di non farti stressare da questa cosa. Se tu mettessi la tua ragazza sotto pressione, se le facessi capire che questa sua “incapacità” di raggiungere l’orgasmo con le sole tue prodezze orali ti infastidisce, se ti intristissi per ogni suo orgasmo orale “fallito”, ti prenderei a sberle perché saresti un coglione insicuro.
Perché allora lo stesso consiglio non si applica al tuo caso?
Con il rapporto vaginale riesci ad arrivare fino in fondo, con quello orale quasi: forse è semplicemente il tuo uccello che funziona così.
Nella remota eventualità che ci sia di mezzo un qualche blocco psicologico, AT, tenta un esperimento: fatti portare da lei fin quasi al dunque, dopodiché masturbati. Arrivato al punto di non ritorno, quando l’orgasmo è inevitabile, infilaglielo in bocca e spara. Col tempo, e senza troppe menate, potresti scoprire che raggiungere il culmine è più facile. O magari no. Perché magari il tuo uccello funziona così, e basta.
Io e la mia ragazza facciamo sesso non esattamente tutti i giorni, ma questo non è un problema. Il fatto è che ogni volta che facciamo sesso, io duro un po’ di più. Lei però non regge quanto me, e puntualmente dobbiamo cominciare a usare il lubrificante. Dopodiché, magari mezz’ora dopo, a lei ricomincia a far male. Come se la stessi “strappando” o roba del genere. Io, per paura di farle male, me ne resto con le palle gonfie, e lei si sente in colpa perché non mi ha lasciato finire. Consigli? Devo far finta di niente o solo usare un sacco di lubrificante?
–Bluer And Bluer Balls
E chi lo dice che non puoi finire? Se tu ci metti un sacco, e la passera della tua ragazza non regge, esci e vieni usando le mani. Qualche toccatina, BABB, potresti inserirla anche durante la scopata per avvicinarti al risultato e darle un po’ di tregua. Magari, se durante queste pause in cui ti tocchi inserisci qualche variante (tipo preliminari, ma a metà rapporto: che so, la baci, gliela lecchi, giochi con il clitoride), potresti scoprire che lei resiste un po’ di più. Scommetto che avrà bisogno di meno lubrificante, se durante le vostre epiche cavalcate si annoierà un po’ di meno o si ecciterà un po’ di più.
Il mio nuovo libro –
American Savage: insights, slights and fights on faith, sex, love and politics – esce a maggio. Prenotatelo!
(Traduzione di Matteo Colombo) Leggi
Se uno indossa un butt plug, allora può tranquillamente emettere un peto, silenzioso o rumoroso che sia. Leggi
A volte mi capita di suscitare il proverbiale vespaio di proteste (come quando dissi che sui gay la Bibbia diceva “stronzate”), in certi casi senza volerlo. Leggi
Sono un maschio etero e ho quell’età in cui per il grande pubblico per lo più sei ancora giovane. Pur essendo stato a molti matrimoni, non m’interessa minimamente sposarmi o anche solo avere una relazione. Non mi ha mai interessato.
Non è che sono asessuale. Faccio sesso e mi piace. Solo, non sento il bisogno di stare con nessuno. Finché ho la mia musica e miei amici, sto bene così. Purtroppo a quanto pare sono l’unico. I miei genitori vorrebbero dei nipoti. Gli amici tentano di accasarmi. Quando accendo la tv, vedo solo gente in coppia o in cerca di una relazione. Lo stato vuole che metta al mondo e cresca dei soldati da mandare a morire. Io ci provo a non interiorizzare questi punti di vista, ma a volte mi chiedo cosa succederebbe se a un certo punto dovessi cambiare idea. Che diavolo ho che non va? O invece va bene così? Cosa devo rispondere a chi sostiene che sbaglio e che prima o poi cambierò idea? E se poi cambio idea davvero?
Frega Un Cazzo
Sinceramente, FUC, la tua è una di quelle lettere di cui non frega pressoché un cazzo neanche a me. Non mi fraintendere: sembri un tipo simpatico, ti sai esprimere e hai il dono della sintesi, e io di solito apprezzo chi sa cosa vuole e cosa non vuole. Ma i vigliacchi mi danno fastidio.
Perdonami se tiro in ballo la mia sessualità, ma devo dirlo: quando avevo quell’età in cui per il grande pubblico all’unanimità sei giovane – cioè da adolescente – sono andato in camera di mia madre e le ho comunicato che ero frocio (a tredici anni avevo chiesto ai miei come regalo di compleanno i biglietti per la tournée nazionale di Chorus line, ma chissà perché non aveva funzionato, e così cinque anni dopo ho dovuto fare di nuovo coming out ). Se io ho avuto le palle di dire ai miei cattolicissimi genitori che volevo prendere dei cazzi in bocca – e questo all’inizio dell’epidemia di aids – tu puoi trovare il coraggio di rivelare ai tuoi genitori e ai tuoi amici che non sei né asessuale né infelice e che non intendi fidanzarti, convivere, sposarti o riprodurti.
Ma se io non sono molto comprensivo nei confronti delle tue difficoltà, FUC, ho trovato qualcun altro che invece lo è.
“Pochi giovani si dicono non interessati al sesso o alle relazioni, ma chi preferisce stare da solo come FUC è tutt’altro che un’eccezione”, sostiene Eric Klinenberg, docente di sociologia alla New York university e autore di Going solo: the extraordinary rise and surprising appeal of living alone. “Oggi un numero senza precedenti di persone sceglie di vivere da solo. Attualmente i nuclei familiari formati da una sola persona rappresentano negli Stati Uniti il 28 per cento di tutti i nuclei familiari, e nelle grandi città le percentuali aumentano”.
Forse gli amici accoppiati e i genitori affamati di nipotini farebbero meno fatica ad accettare le tue scelte di vita, se solo sapessero quanto sono comuni.
“Da alcuni decenni a questa parte”, afferma Klinenberg, “i giovani adulti sono la fascia in cui il numero dei single è cresciuto più rapidamente. Le persone si sposano più tardi e passano più anni da single. Inoltre sempre più spesso danno per scontato che probabilmente, nel corso delle loro lunghe vite, entreranno e usciranno più volte da situazioni diverse: soli, in coppia, soli, in coppia”.
E nonostante certi stereotipi negativi duri a morire – i single sarebbero antisociali, infelici, isolati – gli studi di Klinenberg dimostrano che, nel settore amici e vita sociale, chi è solo se la cava benissimo.
“I single tendono ad avere una vita sociale più ricca rispetto alle persone sposate”, dice Klinenberg. “È più facile che passino tempo e spendano soldi in bar, caffè e ristoranti, e anche che facciano volontariato. Con buona pace del mito dei single egoisti”.
Ma allora, FUC, cosa deve fare uno come te con gli amici e i parenti che lo assillano?
“Be’, magari fargli capire che essere single, al momento, è la cosa che lo fa stare meglio”, risponde Klinenberg, “ma che questo non significa aver fatto voto di restare single a vita. Oppure, se è in vena di polemiche, potrebbe ricordargli che anche loro, a prescindere dalla vita che fanno oggi, un giorno potrebbero decidere di rinunciare al sesso e alle relazioni”.
E se poi cambi idea? Be’, FUC, se cambi idea fidanzati. Sposati. Evita di dire che la tua scelta di oggi è la migliore – anche se offre una vita sociale migliore – e semmai dovessi cambiare idea non dovrai rimangiarti tutto.
“Il nostro atteggiamento nei confronti del sesso e delle relazioni ha attraversato grandi cambiamenti”, afferma Klinenberg. “Oggi che vivere soli è più comune che avere una moglie e due figli, non sarebbe forse ora di imparare a rispettare anche la scelta di essere single?”.
Eccome. E prima imparerai a pretendere da genitori e amici un po’ di rispetto per le tue scelte, FUC, prima lo otterrai.
Single e coppie farebbero bene a seguire Eric Klinenberg su Twitter: @EricKlinenberg. Se volete saperne di più sui suoi libri e i suoi studi, andate su ericklinenberg.com.
Come ci si deve comportare con i *sex toys (non penetrativi) quando una relazione finisce? Io per la mia ex avevo comprato cinghie, manette, bende per gli occhi e tutto quanto, e lei me li ha lasciati. Buttarli mi pare uno spreco. Sembra brutto se con una ragazza nuova un uomo tira fuori un arsenale di sex toys usati?*
Solo Con I Sex Toys
Jonathan Schroder, che gestisce il negozio Mr. S Leather a San Francisco (mr-s-leather.com), consiglia di sbarazzarsi della roba bondage. È vero che vendere sex toys è il suo mestiere – Mr S è famoso per l’attrezzatura bondage di alta qualità – ma dietro il suo consiglio non c’è la voglia di muovere un po’ di merce. C’è la tua voglia di donne, SCIST.
“Personalmente trovo che a volte gli accessori migliori siano proprio quelli di seconda mano”, dice Schroder. “E nella comunità leather omosessuale esiste una lunga tradizione di accessori tramandati dagli anziani ai più giovani. L’istinto però mi dice che una nuova fidanzata potrebbe sbroccare, davanti a degli oggetti da bondage usati. Molti dei nostri clienti, sia single sia in coppia, hanno una netta predilezione per la pulizia. E le donne etero, in particolare, preferiscono oggetti pulitissimi, lucidi e perfetti. Se aprendo un cassetto una donna trova un’imbracatura di pelle segnata dall’uso o con qualche strappo, o addirittura qualche traccia di sudore o di liquidi corporei altrui, è probabile che la voglia le passi”.
Per cui sbarazzati della roba vecchia, consiglia Schroder, ma non buttarla.
“Trova qualcuno che vuole dell’attrezzatura da bondage ma non se la può permettere, e regalagliela”, dice Schroder. “È roba costosa e c’è gente che non può permettersela. Aiutala tu”.
*@fakedansavage sostiene che il poliamore è una “scelta” e non una “identità”. Dove l’abbiamo già sentita? Ecco a voi i nuovi moralisti, uguali a quelli vecchi.
Se nessuno per natura è monogamo – cosa che ho ripetuto circa dieci milioni di volte – allora, dal mio punto di vista, poliamore e monogamia sono modelli di relazione, non orientamenti sessuali (d’altronde, Lily, se poliamore e monogamia fossero orientamenti sessuali, non dovrebbe esserlo anche restare single?). Era questo che volevo dire. Il poliamore può essere centrale nella concezione sessuale che uno ha di sé, e può essere una cosa importantissima, ma non penso che sia un orientamento come essere omo, etero o bisessuale.
Ovviamente c’è chi definisce la propria identità come poly. Ma la mia domanda è: poly è una cosa che chiunque può scegliere di fare o una cosa che solo alcuni possono essere? Io dico la prima. Lily evidentemente non la pensa così.
Ma come ha detto @GetItBigGurl su Twitter, dove io e Lily abbiamo discusso delle mie affermazioni nella rubrica della settimana scorsa, “meditare alla luce del sole sulla differenza tra orientamento e stile di vita non è da moralisti. Legiferare contro il poliamore sì”.
E qui nessuno legifera contro il poliamore. Ci si limita a riflettere sulle cose.
(Traduzione di Matteo Colombo) Leggi
Sono una ragazza etero di 22 anni. Per un po’ di tempo ho fatto da baby sitter a una famiglia ricca, solo che ormai i ragazzi non hanno più bisogno di una baby sitter. Il padre è un appassionato di arti marziali e lotta, e varie volte mi ha invitato a casa loro per “esercitarmi nell’autodifesa”. Io qualche invito l’ho accettato, e ogni volta comincia come un normalissimo allenamento nella palestra di casa – tapis roulant, pesi, un po’ di vasche – solo che lui è sempre molto ansioso di arrivare alla parte di autodifesa. Spesso mi fa bendare e poi mi salta addosso, e a quel punto io devo liberarmi con le mosse che ho imparato.
Questa cosa, Dan, l’ho fatta un po’ di volte, però mi turba sempre un po’. Comunque lui non mi ha mai toccato in modi strani. L’ultima volta ha detto che voleva vedere fino a che punto era in grado di reggere il dolore. Mi ha chiesto di prenderlo a calci nell’inguine senza alcun tipo di protezione finché non ce la faceva più. Io ho pensato: “Che assurdità!”, ma siccome ero curiosa l’ho fatto. Ha resistito per un sacco di tempo. Da allora non ci sono più tornata, ma sono sei mesi che lui mi assilla. Qualche giorno fa mi ha proposto di “fare una gara”. Lui se ne sta fermo lì, e io lo prendo a calci nelle palle – o dove vuole – e se si arrende vinco 150 dollari. Se mi stanco prima io, devo dargliene 20. Sua moglie sa degli allenamenti, ma lui non vuole che le dica della lotta.
La mia domanda è: c’è una componente sessuale in tutto questo? In vita mia non avevo mai sentito niente del genere e mi sembra una cosa un po’ strana. Ma sono una studentessa universitaria senza un soldo, e per 150 dollari sono pronta ad andare lì, tenermi i vestiti addosso e prenderlo a calci nelle palle! Fammi sapere cosa ne pensi, per favore.
Calci Nelle Palle A Pagamento
In tutto questo, CNPAP, non ci sono componenti non sessuali, e se in vita tua non hai mai sentito parlare di roba del genere, be’, evidentemente mi leggi da poco.
Qui c’è un tizio coi soldi che tenta di intortarsi l’ex baby sitter dei suoi figli per convincerla a prostituirsi. No, scusa, cancella tutto. Qui c’è un tizio coi soldi che si è già intortato l’ex baby sitter dei suoi figli convincendola a prostituirsi, e cazzo è una storia abbastanza inquietante. Gli allenamenti da bendata, la lotta, i calci? Tutta prostituzione gratuita.
Oh, intendiamoci: a farmi accapponare la pelle non è che a questo piaccia farsi sfondare le palle. È una cosa estrema, come di solito sono i feticismi, e che sicuramente comporta dei rischi. Ma sono rischi suoi. Pagarti per farsi prendere a calci nelle palle non fa correre rischi a sua moglie (non mi risulta che con i calci si trasmettano malattie veneree), non toglie il cibo di bocca ai suoi figli e, siccome immagino che questo abbia già tutti i figli che vuole, se farsi gonfiare di calci le palle dovesse renderlo sterile, magari la prenderebbe pure come una benedizione o una vasectomia inaspettata.
Se quei soldi ti servono, CNPAP, e se sei sicura che l’esperienza non ti traumatizzi, di’ al tizio coi soldi che potresti prendere in considerazione l’idea di farlo – di andare lì e, rimanendo vestita, prenderlo a calci nelle palle – ma solo se lui mette le cose in chiaro: deve dirti che questa cosa lo fa godere. Se non vuole mettere le cose in chiaro, CNPAP, lascia perdere.
Non ti conviene lasciar credere a questo ricco stronzo che ti ha convinto a prostituirti, perché altrimenti poi, mentre lo fate, potrebbe pensare: “Be’, se sono riuscito a farle fare questo, allora forse posso convincerla a spogliarsi/guardarmi mentre mi masturbo/fare sesso con me”. Se cominci a prenderlo a calci nelle palle senza che sia chiaro cosa state facendo – tu in un certo senso gli stai vendendo del sesso, e lui certamente lo sta comprando – e a un certo punto lui prova davvero a farti togliere i vestiti o a farsi guardare mentre si masturba o a fare sesso con te, rischi, CNPAP, che dirgli di no diventi complicato. Per parlar chiaro con qualcuno (“No che non mi tolgo i vestiti, stronzo!”) dopo che si sono accettate delle premesse ambigue (“Ma certo, tizio coi soldi, questa non è una cosa sessuale, vuoi solo metterti alla prova!”) bisogna ammettere di essere stati poco chiari noi per primi, e un manipolatore esperto saprà sfruttare questo tipo di inibizione per ottenere ciò che vuole.
Per cui tu digli che sì, stai al gioco – gliele sfondi eccome, le palle – ma non che gli reggi il gioco. Lui deve ammettere che è una cosa sessuale, e deve accettare di rispettare le tue condizioni: tutto quello che succederà dovrete deciderlo insieme prima: niente richieste particolari dopo che avete cominciato, lui rimane vestito, tu rimani vestita, niente viene registrato e tu ti intaschi i 150 dollari – ma facciamo pure 250 – anche se lui non si arrende.
Sono un etero trentenne e ho sempre saputo di essere poliamoroso. La donna che amo non è poliamorosa. È monogama. Abbiamo cominciato a fare sesso rigorosamente da trombamici, anche se in modo esclusivo. È stata lei a insistere perché fosse così, e io ho accettato perché nessuno dei due si aspettava che diventasse una cosa a lungo termine. Solo che poi ci siamo innamorati, e ora io non riesco più a immaginarmi la vita senza di lei. È una donna fantastica, e la amo come non ho mai amato nessun’altra. Però mi ha chiesto di tradire la mia identità sessuale rimanendole sessualmente fedele. Se non riesco ad assumermi quest’impegno, dice che con me non ci vuole stare. Io questa cosa non gliela chiedo: non deve per forza andare con altre persone perché io rimanga nella sua vita. Però vuole a tutti i costi che io non vada con altre persone per rimanere nella mia. Una persona poliamorosa può essere felice con una che non lo è?
Poliamoroso Poliedrico
Tu non “sei” un poliamoroso.
Il poliamorismo non è un’identità sessuale, PP, e nemmeno un orientamento sessuale. Non è una cosa che si è, è una cosa che si fa. Non esistono persone che nascono poliamorose, così come non esistono persone che nascono monogame. Poliamoroso e monogamo sono aggettivi, non sostantivi. Esistono solo persone – gay, etero, bisessuali – e alcune persone hanno relazioni monogamiche, altre hanno relazioni aperte, altre hanno relazioni poliamorose, altre hanno relazioni semimonogamiche, altre ancora hanno relazioni con generali a quattro stelle. Sono tutti modelli relazionali, PP, e non identità sessuali.
E quindi la domanda non è “Può un poliamoroso essere felice con una monogama?”. La domanda è: puoi tu, nonostante la tua evidente preferenza per i modelli relazionali non monogamici, essere felice in questa relazione?
Ami così tanto la tua ragazza da essere disposto a pagare il biglietto d’ingresso che lei pretende – comportarti monogamicamente (avverbio!) – per poter stare insieme? Sì o no?
Dal momento che la tua ragazza ha già chiarito di non essere disposta ad avere con te (o con chiunque altro) una relazione non monogamica, PP, la scelta spetta a te. Se davvero non puoi vivere senza di lei, se davvero è quella che, stringi stringi, si rivelerà La donna della tua vita, allora dovrai essere monogamo. Ma se è una cosa che non sei disposto o non sei in grado di fare – e tieni presente che “essere disposti” e “essere in grado” sono due cose ben diverse, per cui dovrai farti un sincero esame di coscienza su entrambe – allora chiudi questa relazione e cercati una persona che abbia desideri romantici più in linea con i tuoi.
(Traduzione di Matteo Colombo) Leggi
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