La procura di Roma ha chiuso l’inchiesta bis sulla morte di Stefano Cucchi e accusa tre carabinieri di omicidio preterintenzionale. Cucchi era stato arrestato per droga il 15 ottobre 2009 ed è morto una settimana dopo all’ospedale Pertini. Aveva 31 anni. Leggi
Il processo d’appello che vede imputato il funzionario del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria (Prap) Claudio Marchiandi per la morte di Stefano Cucchi è stato rinviato per l’astensione di uno dei componenti del collegio giudicante. L’11 giugno sarà resa nota la decisione del presidente della corte d’appello di Roma. La richiesta di astensione è stata fatta dalla giudice Maria Inzitari che il 16 ottobre del 2009 decise di convalidare il fermo di Cucchi. Il trentunenne romano, che era stato arrestato il 15 ottobre per possesso di droga, morì il 22 all’ospedale Pertini.
Marchiandi, direttore dell’ufficio detenuti e del trattamento del Prap, era stato accusato di falso, favoreggiamento e abuso d’ufficio per aver contribuito a falsificare le reali condizioni di Cucchi per consentire il suo ricovero in ospedale e di aver aiutato gli agenti della penitenziaria a eludere le investigazioni. In primo grado, nel gennaio 2011, fu condannato a due anni di reclusione, e poi assolto in appello perché “il fatto non sussisteva”. In seguito la cassazione ha riconosciuto una serie di vizi in alcuni passaggi della sentenza di assoluzione e ha ordinato un nuovo processo davanti a un’altra sezione della corte d’appello di Roma. Corriere della Sera
La procura generale di Roma e i familiari di Stefano Cucchi, il ragazzo morto in ospedale una settimana dopo il suo arresto per droga a Roma, hanno depositato il ricorso in cassazione contro la sentenza con la quale i giudici d’appello hanno assolto sei medici, tre infermieri e tre agenti della polizia penitenziaria. Per la procura, la sentenza con la quale la corte d’assise d’appello di Roma ha assolto tutti gli imputati per la morte di Cucchi è “illogica e contraddittoria”. Ansa
Servono nuove indagini sulla morte di Stefano Cucchi, il trentunenne romano morto in ospedale a Roma il 22 ottobre 2009 mentre era in custodia delle forze dell’ordine. Lo chiedono i giudici della corte d’assise d’appello di Roma nelle motivazioni della sentenza emessa il 31 ottobre 2014, che ha portato all’assoluzione di dodici persone (sei medici, tre infermieri e tre guardie carcerarie) dall’accusa di omicidio. Leggi
La procura di Roma ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato, né indagati, in seguito all’esposto presentato dalla famiglia di Stefano Cucchi nei confronti del medico legale Paolo Arbarello per la sua perizia durante il processo di primo grado.
A seguire gli accertamenti sarà il procuratore Giuseppe Pignatone. Il fascicolo aperto sarà circoscritto agli episodi indicati nell’esposto e non costituisce l’avvio di nuove indagini sulla morte di Stefano Cucchi. Ansa
“Se emergeranno fatti nuovi o comunque l’opportunità di nuovi accertamenti, la procura di Roma è sempre disponibile, come in altri casi più o meno noti, a riaprire le indagini”. Lo afferma il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, in relazione all’omicidio di Stefano Cucchi.
Ilaria Cucchi, la sorella della vittima, ha annunciato la sua volontà di protestare davanti alla procura di Roma il 3 novembre per chiedere al procuratore di Roma di riaprire le indagini sulla morte del fratello.
Ansa
Fabio Anselmo, l’avvocato della famiglia Cucchi, ha detto:
Secondo l’avvocato da entrambi i processi emerge che Stefano Cucchi è stato picchiato nelle celle del tribunale e quindi il ministero è responsabile. Ansa
Giovedì 15 ottobre 2009, ore 21.00: Stefano Cucchi saluta i genitori e esce dalla casa in cui è cresciuto in via Ciro D’Urbino, a Roma. Ha appuntamento col suo amico Emanuele. Il progetto è di far fare una passeggiata a Dafne, il cane setter che ha preso al canile e a cui è affezionatissimo. Morirà sette giorni dopo. Cinzia Gubbini ha ricostruito le sue ultime ore di vita. Leggi
Tutti assolti in appello gli imputati per l’omicidio di Stefano Cucchi, il ragazzo romano morto mentre era in custodia delle forze dell’ordine nel 2009.
Dodici persone – sei medici, tre infermieri e tre guardie carcerarie – erano state accusate dell’omicidio con diversi capi d’imputazione tra cui: abbandono d’incapace, abuso d’ufficio, favoreggiamento, falsità ideologica, lesioni e abuso di potere.
Stefano Cucchi, 31 anni, romano, è morto in ospedale una settimana dopo essere stato arrestato il 15 ottobre 2009 perché in possesso di 29 grammi di hashish, cocaina e antiepilettici.
In primo grado erano stati condannati per omicidio colposo solo sei medici dell’ospedale Sandro Pertini di Roma, che in appello sono stati assolti. Ansa
Nel processo d’appello per la morte di Stefano Cucchi sono stati assolti tutti gli imputati, anche i medici. Sky
La lista delle vittime delle forze dell’ordine è lunga, e i colpevoli troppo spesso impuniti. In Belgio è nato da poco l’Osservatorio delle violenze della polizia. Incontro con una delle ideatrici. Leggi
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