Dall’inizio dell’anno più di mille persone sono morte in un’epidemia di dengue in Bangladesh. Si tratta della peggiore epidemia di dengue, una malattia trasmessa dalle zanzare, mai registrata nel paese.
La dengue, che è endemica nelle aree tropicali, provoca febbre alta, mal di testa, nausea, vomito, dolori muscolari e, nei casi più gravi, emorragie che possono essere fatali.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha avvertito che la dengue – insieme ad altre malattie trasmesse dalle zanzare come la chikungunya, la febbre gialla e la malattia da virus zika – si sta diffondendo sempre di più a causa della crisi climatica.
In base ai dati pubblicati il 1 ottobre dalle autorità sanitarie del Bangladesh, dall’inizio dell’anno i decessi sono stati 1.006, su più di duecentomila casi accertati.
Il numero delle vittime nel 2023 è superiore a quello dell’intero periodo 2000-2022. Il record precedente era di 281 morti nel 2022.
Tra le vittime ci sono 112 bambini di età inferiore ai quindici anni.
Infezioni ripetute
Gli scienziati hanno attribuito l’epidemia di quest’anno alle piogge irregolari e alle temperature più alte durante la stagione dei monsoni, che hanno creato le condizioni ideali per la riproduzione delle zanzare.
La dengue si è diffusa in Bangladesh a partire dagli anni sessanta, ma i primi casi documentati di febbre emorragica, che può causare la morte, risalgono al 2000.
Il virus che causa la malattia è ormai endemico in Bangladesh, che dall’inizio del secolo ha registrato un peggioramento costante.
La maggior parte dei casi si registra durante la stagione dei monsoni, che va da luglio a settembre, quando si verificano la maggior parte delle precipitazioni annuali del paese, oltre a frane e alluvioni.
Tuttavia, negli ultimi anni gli ospedali hanno cominciato a ricoverare persone contagiate dalla malattia anche durante i mesi invernali.
I pazienti con infezioni ripetute sono quelli più a rischio di complicazioni.
Mohammad Rafiqul Islam, medico dello Shaheed Suhrawardy medical college di Dhaka, ha dichiarato che la maggior parte dei pazienti ricoverati nel suo ospedale soffriva del secondo o terzo caso di dengue.
“Quando le persone si ammalano per la seconda, terza o quarta volta, i sintomi si aggravano”, ha aggiunto. “Molti arrivano da noi quando la malattia è già in fase avanzata, ed è difficile salvarli”.
I reparti di dengue dei principali ospedali di Dhaka sono pieni di pazienti costretti a letto sotto le zanzariere, sotto gli occhi attenti dei familiari.
Il ruolo della crisi climatica
Il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha dichiarato a settembre che “l’epidemia sta mettendo sotto enorme pressione il sistema sanitario del Bangladesh”.
Abdi Mahamud, responsabile del sistema di allerta e reazione dell’Oms, ha affermato che la diffusione della malattia è solo una delle tante conseguenze della crisi climatica.
Secondo lui è stata una combinazione di fattori, tra cui la crisi climatica e il ritorno del fenomeno climatico del Niño, a contribuire alle gravi epidemie di dengue in varie regioni, tra cui il Bangladesh e il Sud America.
Anche alcuni paesi dell’Africa subsahariana, tra cui il Ciad, hanno segnalato di recente la comparsa di focolai della malattia.