Il repubblicano Kevin McCarthy, presidente della camera dei rappresentanti statunitense, è stato destituito il 3 ottobre su iniziativa dell’estrema destra del suo stesso partito, che contestava un recente accordo con i democratici.
La votazione senza precedenti ha evidenziato le tensioni all’interno del Partito repubblicano, che nel 2024 cercherà di riconquistare la Casa Bianca. Ci sono buone possibilità che il loro candidato sarà Donald Trump, coinvolto in una serie di procedimenti giudiziari.
La prima destituzione di un presidente della camera nella storia degli Stati Uniti è stata sostenuta da una manciata di deputati repubblicani integralisti, a cui si sono uniti i deputati democratici.
McCarthy, un ex imprenditore della California di 58 anni, aveva fatto infuriare l’ala dura del Partito repubblicano nello scorso fine settimana, quando ha dato il suo appoggio a un piano di finanziamento provvisorio della Casa Bianca per evitare lo shutdown, la paralisi delle attività federali.
Il deputato di estrema destra della Florida Matt Gaetz ha presentato la mozione contro McCarthy contando sul fatto che anche i democratici avrebbero votato contro di lui, dato che pochi giorni prima aveva aperto un’inchiesta per la destituzione del presidente Joe Biden.
La leadership repubblicana ha chiesto ai ribelli di non far precipitare il partito “nel caos”, ma Gaetz ha replicato: “È McCarthy che semina il caos”.
“È totalmente inaffidabile”, ha aggiunto.
Accordo contestato
Neanche i deputati democratici apprezzano McCarthy. La New democrat coalition, un gruppo di parlamentari democratici, ha descritto McCarthy come “non degno di fiducia”. L’influente deputata Pramila Jayapal, esponente della sinistra del partito, ha affermato: “È meglio lasciare che i repubblicani si scannino tra loro piuttosto che salvare McCarthy”.
Due giorni prima della destituzione la camera e il senato avevano raggiunto un accordo per evitare lo shutdown, estendendo i finanziamenti federali fino a metà novembre.
Iscriviti a Americana |
Cosa succede negli Stati Uniti. La newsletter settimanale a cura di Alessio Marchionna
|
Iscriviti |
Iscriviti a Americana
|
Cosa succede negli Stati Uniti. La newsletter settimanale a cura di Alessio Marchionna
|
Iscriviti |
L’estrema destra del Partito repubblicano ha però contestato l’accordo, vedendo sfumare le possibilità d’imporre a Biden tagli consistenti alla spesa pubblica.
Hanno accusato McCarthy di averli traditi, sostenendo che avesse promesso di non accettare un piano di finanziamento provvisorio.
“Mi dispiace perdere un amico come Kevin, ma devo pensare al paese”, ha dichiarato il deputato repubblicano Tim Burchett.
Resa dei conti
Il leader della minoranza democratica della camera Hakeem Jeffries ha invitato i deputati del suo partito a votare contro McCarthy. Tutti i democratici si sono quindi uniti agli undici repubblicani ribelli.
Il regolamento della camera prevede che un presidente ad interim sospenda i lavori fino all’elezione del successore di McCarthy.
I repubblicani presenteranno un nuovo candidato, e non è escluso che possa essere riproposto lo stesso McCarthy, che a gennaio era stato eletto alla quindicesima votazione.
In alternativa McCarthy potrebbe farsi da parte. In quel caso si potrebbe arrivare a una resa dei conti tra due leader repubblicani a lui vicini, Steve Scalise e Tom Emmer.
Ma non sarà facile ottenere il sostegno dei deputati di estrema destra.
Sulla sua piattaforma Truth Social, Trump ha accusato i repubblicani di “passare troppo tempo a litigare”, senza però offrire alcun sostegno a McCarthy.