I neozelandesi sono chiamati alle urne il 14 ottobre per delle elezioni legislative in cui il primo ministro laburista Chris Hipkins punta a una difficile conferma, dieci mesi dopo aver preso il posto di Jacinda Ardern. La campagna elettorale è stata dominata dalla questione dell’inflazione.
In base a un sondaggio Guardian Essential pubblicato questa settimana, Hipkins è al 30 per cento delle intenzioni di voto, contro il 34 per cento del leader dell’opposizione conservatrice Christopher Luxon, ex dirigente di una compagnia aerea.
Il partito nazionale della Nuova Zelanda (conservatore) potrebbe ottenere un numero di seggi sufficiente a formare un governo di coalizione con la formazione liberale Act.
La Nuova Zelanda, un paese con cinque milioni di abitanti, ha un sistema proporzionale misto in cui gli elettori votano per un partito politico e scelgono un deputato per la propria circoscrizione.
Per formare un governo, un partito o una coalizione deve arrivare a controllare almeno 61 seggi sui 120 del parlamento.
Tuttavia, in occasione della chiusura della campagna elettorale il 13 ottobre, Hipkins si è mostrato ottimista. “Non ho un piano b, mi sto impegnando al massimo per vincere”, ha dichiarato alla stampa.
Nelle ultime elezioni dell’ottobre 2020 l’allora premier Jacinda Ardern aveva condotto i laburisti a una vittoria schiacciante.
Il suo governo di centrosinistra è stato elogiato per aver chiuso rapidamente le frontiere all’inizio del 2020, proteggendo gli abitanti dalla pandemia di covid-19, ma anche per come ha affrontato le due crisi dell’anno precedente: un’eruzione vulcanica che ha causato la morte di ventidue persone e un attacco terroristico alla moschea di Christchurch che ha causato cinquantuno vittime.
Ardern si è però dimessa a gennaio per trascorrere più tempo con il compagno e la figlia.
Inflazione al 6 per cento
Da allora il Partito laburista è precipitato nei sondaggi a causa di una serie di scandali interni al governo e dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari e del carburante. L’inflazione dovrebbe superare il 6 per cento nel 2023.
Luxon sembra invece avere il vento in poppa, grazie soprattutto alla promessa di ridurre le tasse.
“Se siete in difficoltà con il mutuo, con l’affitto, con i prezzi dei generi alimentari e del carburante, se non vi sentite sicuri, votate per il cambiamento”, ha detto agli elettori.
Il candidato conservatore ha promesso una riduzione delle tasse di circa 280 euro al mese per una famiglia della classe media, che dovrebbe essere finanziata da una tassa sulle case di lusso di proprietà degli stranieri.
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Ma il suo vantaggio nei sondaggi si sta riducendo ed è possibile che per governare debba cercare un accordo con il partito populista New Zealand first, oltre che con l’Act.
Hipkins ha invece promesso di rendere gratuiti alcuni servizi sanitari per chi ha meno di trent’anni e di abolire l’imposta sul valore aggiunto per frutta e verdura.
Dagli Stati Uniti, dove lavora all’università di Harvard, Ardern ha affermato che i laburisti hanno bisogno di un terzo mandato per portare avanti la lotta contro la povertà infantile e le disuguaglianze.
Il breve mandato di Hipkins è stato caratterizzato da disastri naturali e problemi interni.
Due giorni dopo il suo insediamento, Auckland – la città più grande del paese – è stata colpita da alluvioni che hanno causato quattro vittime. Due settimane dopo undici persone sono morte nel passaggio del ciclone Gabrielle sull’Isola del Nord.
Hipkins ha anche dovuto modificare la composizione del governo quattro volte.