Il 17 ottobre il repubblicano Jim Jordan, sostenuto da Donald Trump, non è riuscito a farsi eleggere presidente della camera dei rappresentanti, aggravando la crisi politica in corso.
Jordan, 59 anni, ha però annunciato che manterrà la sua candidatura anche nelle prossime votazioni, la prima delle quali è prevista il 18 ottobre.
Il congresso degli Stati Uniti è composto da due camere: il senato è controllato dal Partito democratico del presidente Joe Biden, mentre la camera dei rappresentanti è controllata dal Partito repubblicano, che però è profondamente diviso.
La camera è senza presidente dalla storica destituzione di Kevin McCarthy, promossa da alcuni deputati repubblicani di estrema destra e sostenuta dal Partito democratico. Da allora i lavori sono sospesi e non è possibile approvare leggi.
Secondo alcune indiscrezioni, Biden chiederà alla camera di approvare un pacchetto di aiuti da cento miliardi di dollari per l’Ucraina, Israele, Taiwan e la crisi migratoria al confine con il Messico, ma al momento è tutto bloccato.
Avendo la maggioranza alla camera, il Partito repubblicano ha la responsabilità di eleggere il successore di McCarthy. Al momento l’unico candidato in lizza, dopo la rinuncia del “moderato” Steve Scalise, è Jim Jordan, deputato dell’Ohio, legato a Trump ed esponente dell’ala di estrema destra del partito.
Jordan poco produttivo
Ma nella votazione del 17 ottobre alla camera non è riuscito a ottenere la maggioranza a causa del voto contrario di venti deputati repubblicani, che contestano le sue posizioni estreme.
I detrattori sottolineano anche che da quando Jordan è stato eletto al congresso, nel 2006, non è stata approvata neanche una legge a suo nome. È considerato uno dei deputati meno produttivi della camera.
Le votazioni potrebbero proseguire a oltranza: il presidente destituito McCarthy era stato eletto alla quindicesima votazione.
I democratici contestano anche le posizioni di Jordan sulle elezioni presidenziali del 2020, che sono allineate a quelle di Trump. L’ex presidente continua a parlare, senza fornire prove, di “elezioni truccate”.
La formazione di Biden ha sostenuto in blocco la candidatura di Hakeem Jeffries, leader della minoranza alla camera.
Mentre la camera dei rappresentanti è nel caos, il senato si appresta ad approvare un importante pacchetto di aiuti per Israele. “Prevede assistenza militare, diplomatica, umanitaria e d’intelligence, tutte cose di cui Israele ha bisogno”, ha affermato il 17 ottobre il leader della maggioranza democratica Chuck Schumer.