La rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la Somalia, Catriona Laing, ha detto il 19 ottobre che le violenze contro i civili hanno raggiunto il livello più alto degli ultimi sei anni.
“I civili continuano a pagare un prezzo molto alto per il conflitto tra le forze governative e il gruppo jihadista Al Shabaab”, ha dichiarato Laing.
“Nel 2022 si è registrato il più grande aumento di vittime civili dal 2017. I dati provvisori relativi al 2023 dimostrano che la situazione non è migliorata”, ha aggiunto la diplomatica britannica.
Laing ha attribuito le violenze soprattutto agli attacchi del gruppo Al Shabaab, ma ha citato anche gli scontri nella città di Las Anod, nella repubblica autoproclamata del Somaliland.
Il gruppo Al Shabaab, legato ad Al Qaeda, conduce una sanguinosa insurrezione da più di quindici anni.
Dopo essere stati costretti ad abbandonare alcune delle principali città del paese nel biennio 2011-2012, i miliziani continuano a controllare ampie zone delle campagne nel centro e nel sud, da dove compiono attacchi contro le forze di sicurezza e i civili.
Il gruppo, preso di mira dagli Stati Uniti, è responsabile di attacchi mortali anche nel vicino Kenya. Il mese scorso a Nairobi, la capitale del Kenya, si è tenuta una cerimonia nel decimo anniversario dell’attacco di Al Shabaab al centro commerciale Westgate, che causò 67 vittime.
Nel 2012 l’Unione africana ha creato una forza per combattere l’insurrezione jihadista (Amisom, diventata poi Atmis). Nel paese è presente anche l’Unsom, una missione delle Nazioni Unite.
In un discorso al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, Laing ha invitato la comunità internazionale “a colmare la carenza di finanziamenti per l’Atmis, in modo che la missione possa essere portata a termine”.
Il rappresentante statunitense Robert Wood ha risposto che “gli Stati Uniti confermano l’impegno a sostenere la Somalia e l’Unione africana nei loro sforzi per ripristinare condizioni di sicurezza nel paese”.