Fumata bianca al congresso: il repubblicano Mike Johnson, alleato dell’ex presidente Donald Trump, è stato eletto il 25 ottobre presidente della camera dei rappresentanti, mettendo fine a uno stallo che durava da tre settimane.
Johnson, un avvocato di 51 anni, ha ottenuto 220 voti. È considerato un sostenitore dei valori “tradizionali” e dopo le presidenziali del 2020 ha dato il suo appoggio ai tentativi di Trump di rovesciare l’esito del voto.
Il primo atto di Johnson è stato far approvare una risoluzione di sostegno a Israele e di condanna ad Hamas.
In precedenza aveva inviato “un messaggio al resto del mondo”, che da settimane seguiva i tentativi di eleggere un presidente della camera: “Le avversità rendono più forti. Che i nemici della libertà ci sentano forte e chiaro. La camera del popolo è tornata al lavoro”.
Ma Johnson è atteso da settimane complicate.
Il presidente Joe Biden l’ha invitato a far approvare “rapidamente” gli aiuti a Israele e all’Ucraina, e una proroga del bilancio per evitare lo shutdown, la paralisi delle attività federali che potrebbe scattare a metà novembre.
Le profonde divisioni interne al Partito repubblicano potrebbero però complicare l’adozione di questi provvedimenti.
“Anti-lgbt e anti-aborto”
L’elezione di Johnson ha messo fine a settimane difficili, che hanno evidenziato le divisioni tra l’ala di estrema destra e quella più moderata del Partito repubblicano.
Johnson, un deputato poco conosciuto della Louisiana, è stato il quarto candidato proposto in ventidue giorni per sostituire Kevin McCarthy, destituito il 3 ottobre su iniziativa di alcuni deputati di estrema destra.
Johnson ha potuto contare sull’appoggio di Matt Gaetz, il principale responsabile della destituzione di McCarthy.
“Johnson farà grandi cose per il paese”, ha dichiarato Gaetz prima del voto, sottolineando la svolta a destra del Partito repubblicano.
Chuck Schumer, leader della maggioranza democratica al senato, ha dichiarato di essere impaziente d’incontrare Johnson per discutere di come evitare lo shutdown.
La deputata democratica Cori Bush ha invece definito l’elezione di un presidente della camera “anti-lgbt, anti-aborto e anti-democrazia” una pessima notizia per il paese.
Prima di essere eletto alla camera dei rappresentanti nel 2017, Johnson aveva promosso una legge anti-lgbt in Louisiana che aveva suscitato molte polemiche.
Nel 2022 Johnson ha votato contro la tutela federale per i matrimoni omosessuali.
Dopo le elezioni presidenziali del 2020 è stato uno dei cento repubblicani a firmare una nota giuridica di sostegno alle iniziative per rovesciare il risultato del voto in quattro stati.
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