La polizia russa ha affermato il 30 ottobre di aver arrestato sessanta persone accusate di aver dato l’assalto all’aeroporto a Machačkala, capitale della repubblica russa a maggioranza musulmana del Daghestan, alla ricerca di passeggeri provenienti da Israele.
Gli assalitori hanno invaso la pista e il terminal dell’aeroporto la sera del 29 ottobre, in un momento di forti tensioni internazionali a causa della guerra tra Israele e Hamas.
Gli scontri all’aeroporto hanno causato il ferimento di nove poliziotti, due dei quali sono stati ricoverati in ospedale, ha affermato il ministero dell’interno russo.
“Più di 150 partecipanti all’assalto sono stati identificati e sessanta sono stati arrestati”, ha aggiunto il ministero, precisando che le indagini sono ancora in corso.
“Al momento l’aeroporto è interamente sotto il controllo delle forze di sicurezza”.
I video pubblicati sui mezzi d’informazione russi e sui social network mostrano gli assalitori che controllano le auto, verificano l’identità dei passeggeri, forzano le porte del terminal e si raggruppano vicino a un aereo fermo sulla pista.
Bandiere palestinesi
Secondo il sito Flightradar, un aereo di linea proveniente da Tel Aviv, della compagnia aerea russa Red Wings, è atterrato a Machačkala alle 19.00 ora locale. Il sito d’informazione indipendente Sota sostiene che si sia trattato di un semplice scalo e che l’aereo sarebbe dovuto decollare per Mosca alle 21.00.
Al momento non è chiaro se l’aereo sia ripartito.
Il 30 ottobre l’ente russo dell’aviazione ha dichiarato che l’aeroporto rimarrà chiuso fino al 31 ottobre: “Sarà riaperto dopo un controllo approfondito da parte delle forze di sicurezza”.
Secondo Sota, inizialmente gli assalitori si sono radunati fuori dall’aeroporto per controllare i passaporti delle persone che uscivano, in cerca di cittadini israeliani.
I video pubblicati su Telegram mostrano poi alcuni uomini che abbattono barriere e sfondano le porte del terminal, e perfino un individuo appostato sull’ala di un aereo della Red Wings.
Uno degli uomini presenti ha un cartello con la critta “gli assassini di bambini non sono benvenuti in Daghestan”, mentre altri sventolano bandiere palestinesi.
Israele e Stati Uniti
Sergej Melikov, il leader della repubblica del Daghestan, nel Caucaso russo, ha affermato il 30 ottobre, senza fornire prove, che i disordini sono stati organizzati dal territorio dell’Ucraina.
“I promotori di questa inizitiva sono chiaramente i nostri nemici”, ha dichiarato all’agenzia di stampa Ria Novosti.
Poi ha parlato del canale Telegram, seguito da circa 60mila persone, che aveva condiviso un appello a radunarsi all’aeroporto di Machačkala per impedire l’arrivo di passeggeri “indesiderati”, sostenendo che sia gestito da “traditori” ucraini.
Mentre l’assalto era ancora in corso, Israele ha chiesto alla Russia di “proteggere tutti i cittadini israeliani e tutti gli ebrei”.
“Gli Stati Uniti condannano l’assalto antisemita avvenuto nel Daghestan”, ha affermato Adrienne Watson, portavoce del consiglio di sicurezza nazionale statunitense.
Sempre il 29 ottobre, secondo l’agenzia Ria Novosti, è stato incendiato un centro ebraico a Nalčik, nella repubblica russa di Cabardino-Balcaria.