Il 6 novembre Donald Trump, 77 anni, ha testimoniato sotto giuramento a New York in un processo civile per frode che minaccia il suo impero immobiliare. L’ex presidente statunitense, che punta a tornare alla Casa Bianca, si è più volte scontrato con il giudice Arthur Engoron e con Letitia James, procuratrice dello stato di New York, che porta avanti l’accusa.
L’udienza, durata quasi quattro ore, si è svolta in un’aula gremita del tribunale di Manhattan.
Accusato di aver gonfiato il valore dei suoi beni immobiliari, tra cui la Trump Tower di New York, Trump ha negato qualunque frode e ha moltiplicato le invettive.
I toni si sono alzati quando ha definito James una “politica di basso livello”, e il giudice Arthur Engoron un “magistrato ostile”.
“È una caccia alle streghe”, ha affermato Trump, dicendosi vittima di un “complotto giudiziario degno di paesi del terzo mondo e repubbliche delle banane”.
Engoron ha cercato più volte di riportare l’ordine. “Non siamo a un raduno politico”, ha avvertito. Nelle settimane scorse il giudice aveva inflitto due multe a Trump, di cinquemila e diecimila dollari, per aver violato l’ordine di non parlare del personale del tribunale.
Prestiti bancari più alti
La procuratrice James, democratica, ha avviato il procedimento contro lo stato maggiore della Trump Organization, la multinazionale che si occupa delle iniziative imprenditoriali e degli investimenti di Trump, accusando l’ex presidente e due dei suoi figli di aver gonfiato il valore dei beni del gruppo per ottenere prestiti bancari più alti e condizioni assicurative più vantaggiose.
La Trump Organization è costituita da una miriade di società che gestiscono grattacieli, hotel, residenze di lusso e campi da golf in tutto il mondo.
Riferendosi alla sua residenza di Mar-a-Lago in Florida, Trump ha affermato che il valore è stato in realtà “sottostimato” e che le banche hanno fatto un ottimo affare a prestargli “tutto quel denaro”.
L’ex presidente ha sottolineato il valore del “brand Trump”: “Sono diventato presidente grazie al mio brand”, ha dichiarato.
È la prima volta da più di cent’anni che un ex presidente è chiamato a testimoniare a sua difesa in un processo. L’ultimo era stato Theodore Roosevelt nel 1910.
A differenza dei quattro procedimenti penali che dovrà affrontare, Trump non rischia una pena detentiva in questa causa civile, ma la posta in gioco è alta.
Multa da 250 milioni di dollari
Prima ancora dell’inizio del processo, il giudice ha stabilito che la procura generale dello stato di New York ha presentato “prove inconfutabili del fatto che tra il 2014 e il 2021 gli imputati hanno gonfiato il valore degli attivi del gruppo di una cifra compresa tra 812 milioni e 2,2 miliardi di dollari a seconda dell’anno”.
A causa di queste frodi, ha ordinato la liquidazione delle società che gestiscono beni immobili come la Trump Tower sulla Quinta strada e il grattacielo neogotico al 40 di Wall street.
Se la decisione, attualmente sospesa, fosse applicata, l’ex presidente perderebbe il controllo di una parte del suo impero immobiliare.
La settimana scorsa erano stati chiamati a testimoniare i suoi due figli Donald Jr. ed Eric, vicepresidenti esecutivi della Trump Organization.
Dato che la frode è già stata accertata, il processo servirà soprattutto a stabilire l’ammontare della multa. La procuratrice James ha chiesto una multa da 250 milioni di dollari e il divieto per Trump e i due figli di gestire aziende.
A partire dal marzo 2024 Trump sarà invece sotto processo davanti a un tribunale federale di Washington per il tentativo di rovesciare l’esito delle elezioni presidenziali del 2020.
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