Palestinesi in fuga verso il sud della Striscia di Gaza, 8 novembre 2023. (Mohammed Abed, Afp)

Il segretario di stato statunitense Antony Blinken ha affermato l’8 novembre, al termine di una riunione dei ministri degli esteri del G7 a Tokyo, che Israele non dovrebbe “rioccupare” la Striscia di Gaza alla fine del conflitto con Hamas.

Il 6 novembre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva dichiarato che al termine della guerra Israele avrebbe assunto “a tempo indeterminato il controllo della sicurezza nella Striscia di Gaza”. Israele ha ritirato unilateralmente i suoi soldati e coloni dalla Striscia nel 2005, mettendo fine a trentott’anni di occupazione.

“Per ottenere una pace e una sicurezza durature nella regione, gli Stati Uniti consigliano a Israele di non trasferire con la forza i palestinesi di Gaza e di non rioccupare il territorio, anche se bisognerà evitare che sia usato come base per il terrorismo”, ha affermato Blinken. “Israele dovrebbe anche evitare d’imporre assedi o blocchi alla Striscia di Gaza, e anche di ridurre il suo territorio”.

“Bisognerà tenere conto delle aspirazioni del popolo palestinese e riunire la Striscia di Gaza alla Cisgiordania, che attualmente è sotto il controllo dell’Autorità Nazionale Palestinese”, ha aggiunto Blinken. “Israeliani e palestinesi dovranno imparare a vivere fianco a fianco in condizioni di sicurezza, libertà e dignità”.

I ministri degli esteri del G7 si sono espressi a favore di “pause tattiche e corridoi umanitari” nella Striscia di Gaza, in modo da garantire la consegna degli aiuti umanitari e il trasferimento dei civili minacciati dai combattimenti. Non hanno però chiesto un cessate il fuoco.

Hanno aggiunto che Israele ha “il diritto di difendersi”, sottolineando però “l’importanza di proteggere i civili”.

“Nel cuore di Gaza”

L’8 novembre l’esercito israeliano ha proseguito la sua offensiva nella Striscia di Gaza. La sera del 7 novembre il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant aveva affermato che “le truppe israeliane sono ormai presenti nel cuore della città di Gaza, il centro di comando dei terroristi di Hamas”.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha escluso la possibilità di un cessate il fuoco senza il rilascio degli ostaggi.

Secondo le autorità di Hamas, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza ha causato finora 10.569 vittime, tra cui 4.324 bambini.

L’attacco senza precedenti di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre ha invece causato la morte di più di 1.400 persone in Israele. Hamas ha anche preso in ostaggio più di 240 persone, secondo il governo israeliano.

Secondo le Nazioni Unite, più di 1,5 milioni di abitanti della Striscia di Gaza sono stati costretti a lasciare le loro case.

Mezza porzione di pane

Centinaia di abitanti della città di Gaza, dove interi quartieri sono ridotti in macerie, stanno fuggendo verso sud, nella speranza di sopravvivere ai bombardamenti. Molti di loro sventolano bandiere bianche.

I corpi degli abitanti rimasti uccisi sono trasportati negli ospedali su carri trainati da asini o bulldozer, secondo alcuni testimoni.

“Le nostre richieste di un cessate il fuoco umanitario sono rimaste inascoltate”, ha affermato Medici senza frontiere, confermando la morte di uno dei suoi impiegati nel bombardamento del campo profughi di Chati, alla periferia di Gaza.

“Il 7 novembre, nel nord della Striscia di Gaza, molte persone in cerca di cibo hanno fatto irruzione negli ultimi tre panifici con scorte di farina di grano”, ha dichiarato l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha). “Nella parte sud della Striscia gli abitanti devono invece aspettare dalle quattro alle sei ore per ricevere mezza porzione di pane”.

Mentre la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza continua ad aggravarsi, l’Ocha ha annunciato che circa seicento persone con passaporto straniero e diciassette feriti sono stati trasferiti il 7 novembre in Egitto attraverso il valico di Rafah, l’unico non controllato da Israele.

L’8 novembre un esperto delle Nazioni Unite, Balakrishnan Rajagopal, ha affermato in un comunicato che “i bombardamenti israeliani di case e infrastrutture civili nella Striscia di Gaza e il lancio di razzi da parte di Hamas verso Israele costituiscono crimini di guerra”.

“Nell’ultimo mese l’offensiva israeliana ha causato la distruzione o il danneggiamento del 45 per cento delle abitazioni della Striscia, con perdite enormi in termini di vite umane”, si legge nel comunicato.