I rappresentanti degli attori e quelli degli studios di Hollywood hanno raggiunto l’8 novembre un accordo per mettere fine a uno sciopero che paralizzava da mesi la produzione di film e serie tv negli Stati Uniti, ha annunciato il sindacato degli attori Sag-Aftra.
Lo sciopero, cominciato a luglio e costato miliardi di dollari all’economia statunitense, si concluderà il 9 novembre grazie all’intesa su un nuovo contratto collettivo triennale per gli attori, del valore di più di un miliardo di dollari, ha affermato il sindacato in un comunicato stampa.
Il Sag-Aftra pubblicherà i dettagli dell’accordo tra qualche giorno, ma ha anticipato che prevede un aumento significativo delle retribuzioni minime e garanzie sull’uso dell’intelligenza artificiale, oltre a stabilire per la prima volta un sistema di bonus per le repliche in streaming (i cosiddetti residual).
I 160mila attori, controfigure, ballerini e altri professionisti del piccolo e grande schermo rappresentati della SAG-AFTRA dovranno ora approvare il nuovo contratto collettivo, ma il passaggio è considerato una formalità.
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Alcuni attori di primo piano hanno festeggiato la fine dello sciopero. “La perseveranza paga”, ha affermato Jamie Lee Curtis su Instagram.
“Sono felicissimo dell’accordo”, ha dichiarato Zac Efron alla prima del film The Iron Claw. “Finalmente si torna al lavoro”.
Nelle ultime due settimane le trattative si s0no svolte quasi tutti i giorni, spesso in presenza degli amministratori delegati di Disney, Netflix, Universal e Warner Bros.
Un aumento dell’8 per cento
La necessità di mettere fine allo sciopero stava diventando sempre più pressante. A parte una minoranza di star di Hollywood, la maggior parte degli attori cominciava ad avere difficoltà economiche. Alcuni si erano dedicati ad altri lavori.
Gli studios cominciavano ad avere seri problemi di programmazione delle uscite per il 2024 e oltre, con il rinvio di produzioni importanti come il secondo film di Dune e la quinta stagione della serie Stranger Things.
L’Associazione dei produttori di cinema e tv (Amptp) ha salutato un accordo “innovativo”. “Non vediamo l’ora di tornare a raccontare grandi storie”, ha dichiarato in un comunicato.
L’industria ha dovuto affrontare quest’anno uno storico doppio sciopero, prima degli sceneggiatori e poi degli attori. Era dal 1960 che Hollywood non viveva una crisi del genere.
Secondo alcune stime, gli scioperi degli ultimi mesi sono costati all’industria almeno sei miliardi di dollari.
La stampa specializzata ha rivelato che l’accordo prevede un aumento delle retribuzioni minime di circa l’8 per cento. Si tratta dell’aumento più significativo da decenni, anche se è inferiore alle richieste iniziali degli attori.
Per quanto riguarda lo streaming, che era forse la questione più delicata, sarà introdotto un sistema di bonus per gli attori che recitano in film e serie di successo.
Gli attori hanno poi ottenuto garanzie sull’uso dell’intelligenza artificiale. Temevano che gli studios potessero usare la tecnologia per ricreare il loro volto e la loro voce, senza il loro consenso e senza ricevere un compenso.