Il presidente di Panamá Laurentino Cortizo ha annunciato il 28 novembre l’avvio di un processo di chiusura “ordinato e sicuro” della più grande miniera di rame dell’America Centrale, dopo che la corte suprema ha dichiarato incostituzionale un contratto con un’azienda mineraria canadese.
“Appena la sentenza sarà pubblicata, comincerà un processo di transizione per una chiusura ordinata e sicura della miniera”, ha dichiarato Cortizo in un discorso in tv.
“Tutte le decisioni saranno prese in modo responsabile, inclusivo e partecipativo”, ha aggiunto.
Il rinnovo del contratto per lo sfruttamento della miniera Cobre Panamá, di proprietà dell’azienda canadese First Quantum, è stato dichiarato incostituzionale dalla corte suprema il 28 novembre.
“Abbiamo deciso all’unanimità di dichiarare incostituzionale la legge 406, che regola il contratto tra lo stato panamense e l’azienda mineraria canadese First Quantum”, ha affermato María Eugenia López, presidente della corte suprema.
L’annuncio è stato accolto da scene di festa davanti al tribunale e in varie località del paese, mentre i manifestanti hanno cominciato a rimuovere i blocchi stradali, secondo i mezzi d’informazione locali.
Le persone che si opponevano allo sfruttamento di questa gigantesca miniera a cielo aperto, che si trova a 240 chilometri dalla capitale Panamá, contestavano la legalità del contratto e denunciavano gravi conseguenze ambientali.
“È una splendida notizia”, ha dichiarato all’Afp l’ambientalista Raisa Banfield. “Nessuna azienda straniera potrà più venire qui sventolando banconote e pretendendo di fare ciò che vuole”.
La First Quantum ha reagito con un comunicato stampa in cui assicura di aver sempre operato “in modo trasparente e rispettando le leggi di Panamá”.
Ha aggiunto di essere disponibile a un “dialogo costruttivo”.
Arbitrato internazionale
Il movimento di protesta, il più ampio a Panamá dalla caduta del dittatore Manuel Noriega nel 1989, ha causato più di 1,7 miliardi di dollari di perdite ai settori dell’agricoltura, del turismo e del commercio, secondo le organizzazioni professionali.
Le proteste sono cominciate il 20 ottobre, quando il parlamento ha approvato un contratto che autorizzava la First Quantum a continuare a sfruttare la miniera per almeno vent’anni. Poco dopo il contratto era stato ratificato da Cortizo.
Firmato ad agosto dal governo e dalla First Quantum, il contratto sostituiva il precedente, che era stato dichiarato incostituzionale nel 2017 per mancanza di una gara d’appalto e di una consultazione pubblica.
Il 26 novembre la First Quantum aveva informato il governo che, se il contratto fosse stato dichiarato incostituzionale, avrebbe fatto ricorso a un arbitrato internazionale.
L’azienda canadese, che ha investito più di dieci miliardi di dollari nel progetto, ha sottolineato che la miniera genera circa cinquantamila posti di lavoro e contribuisce al 5 per cento del pil di Panamá. Inoltre, il contratto prevedeva una cifra minima annua di 375 milioni di dollari per lo stato, dieci volte in più rispetto al precedente.
Felipe Chapman, dell’azienda di consulenza economica Indesa, ha dichiarato all’Afp che la chiusura della miniera “sarà un duro colpo per l’economia panamense” e che “ci vorranno anni per recuperare”.
“Ma potrebbe anche favorire lo sviluppo di altri settori, tra cui il turismo”, ha aggiunto.