Il presidente della Guinea-Bissau, Umaro Sissoco Embaló, ha annunciato il 4 dicembre lo scioglimento del parlamento dominato dall’opposizione, tre giorni dopo una serie di scontri armati che Embaló considera un “tentativo di colpo di stato”. Lo ha riferito l’agenzia di stampa portoghese Lusa.
“Il presidente della Guinea-Bissau (…) ha sciolto il parlamento”, ha detto l’agenzia su X, ex Twitter. Secondo la radio Rfi, il presidente ha anche deciso d’indire elezioni anticipate, ma non è stata ancora annunciata la data del voto.
Il 1 dicembre l’addetto dell’ambasciata russa in Guinea-Bissau, Daníl Bichurin, ha riferito all’agenzia Ria Novosti che le forze dell’ordine del paese avevano arrestato durante la notte il ministro dell’economia e delle finanze Suleiman Seidi e il sottosegretario delle finanze António Monteiro.
La mattina del 1 dicembre “gli scontri andavano avanti, con l’uso occasionale di armi leggere”, ma progressivamente nella capitale Bissau la situazione ha cominciato a tornare alla normalità, ha aggiunto l’agenzia.
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Le violenze erano scoppiate la sera del 30 novembre, quando alcuni uomini della guardia nazionale avevano liberato il ministro dell’economia Suleiman Seidi e il segretario di stato al tesoro António Monteiro, che in quel momento erano sottoposti a un interrogatorio della polizia.
A quel punto era intervenuta la guardia presidenziale, che si è scontrata con i militari ribelli per tutta la notte e nelle prime ore del mattino. Seidi e Monteiro erano stati sentiti dalla polizia riguardo a un prelievo di dieci milioni di dollari dalle casse dello stato.