Il 2023 sarà sicuramente l’anno più caldo della storia dopo un novembre “straordinario”, il sesto mese consecutivo a registrare temperature record, ha affermato il 6 dicembre il servizio europeo sul cambiamento climatico di Copernicus (C3s).
Intanto, alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima Cop28 di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, sono in corso i negoziati sul futuro dei combustibili fossili.
Con una temperatura media globale di 14,22 gradi, il mese scorso ha battuto di 0,32 gradi il record precedente del novembre 2020.
È stato anche più caldo di 1,75 gradi rispetto alla media di novembre del periodo 1850-1900, che corrisponde all’era preindustriale.
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“Il 2023 sarà sicuramente l’anno più caldo della storia”, ha dichiarato in un comunicato stampa Samantha Burgess, del C3s, ricordando che a novembre sono stati registrati due giorni con temperature superiori di due gradi rispetto a quelle dell’era preindustriale.
Dal 1 gennaio al 30 novembre la temperatura media globale ha superato di 1,46 gradi quella dell’era preindustriale e di 0,13 gradi quella del 2016, l’anno più caldo finora registrato.
“Finché la concentrazione di gas serra nell’atmosfera continuerà ad aumentare non possiamo aspettarci niente di diverso”, ha affermato Carlo Buontempo, direttore del C3s.
Il fenomeno climatico del Niño, che causa un forte riscaldamento delle acque dell’oceano Pacifico, sta contribuendo all’aumento delle temperature. Secondo gli esperti, il fenomeno non ha ancora raggiunto il picco.
Anche la temperatura di superficie degli oceani ha registrato un record nel novembre 2023, con un aumento di 0,25 gradi rispetto al novembre 2015.
L’estensione del ghiaccio marino sia artico sia antartico è nettamente inferiore alla media del periodo, secondo il C3s.
Gravi episodi di siccità sono in corso in Sudamerica, negli Stati Uniti e in Asia centrale e orientale.
Intanto, alla Cop28 sono in corso i negoziati sul futuro dei combustibili fossili, principali responsabili delle emissioni di gas serra. Una nuova versione di una bozza di accordo potrebbe essere presentata il 6 dicembre, ma rimangono forti divergenze.
I negoziatori stanno discutendo di una eliminazione o riduzione graduale dei combustibili fossili, che potrebbe avvenire con un calendario diversificato per gli stati a seconda del loro grado di sviluppo e di dipendenza da petrolio, gas e carbone.
Ma alcuni paesi, tra cui l’Arabia Saudita, la Cina e l’India, si starebbero opponendo a qualunque restrizione all’uso dei combustibili fossili.
La Cop28 dovrebbe concludersi il 12 dicembre.