Il 6 dicembre il congresso statunitense ha respinto un importante pacchetto di finanziamenti da più di 106 miliardi di dollari, chiesto con insistenza dal presidente Joe Biden, che comprende gli aiuti militari all’Ucraina e a Israele.
L’opposizione repubblicana ha rifiutato di appoggiare il testo, chiedendo concessioni significative sulla politica migratoria degli Stati Uniti. Ha votato contro anche il senatore democratico Bernie Sanders, contrario agli aiuti al “governo israeliano di estrema destra”.
È un duro colpo per Biden, che poche ore prima aveva sollecitato l’approvazione dei finanziamenti, avvertendo che una bocciatura sarebbe “un grande regalo” per il presidente russo Vladimir Putin.
Biden ha aggiunto che se la Russia riuscirà a conquistare l’Ucraina “non si fermerà lì” e ha ipotizzato un attacco contro uno o più paesi della Nato, che causerebbe l’entrata in guerra degli Stati Uniti.
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Gli Stati Uniti sono attualmente il paese che fornisce più aiuti militari a Kiev. Dall’invasione russa del febbraio 2022 il congresso ha stanziato più di 110 miliardi di dollari.
Ma la promessa di Biden di continuare a sostenere l’Ucraina appare sempre più difficile da mantenere.
I repubblicani al congresso, molti dei quali sostengono ancora l’Ucraina in pubblico, condizionano l’approvazione degli aiuti a una politica migratoria più dura al confine messicano.
A questo proposito Biden ha dichiarato di essere pronto a fare “concessioni significative”.
In attesa di un accordo con i repubblicani, che è ancora possibile, Washington ha annunciato nuovi aiuti militari per Kiev per 175 milioni di dollari, attingendo alle riserve dell’esecutivo. Prevedono equipaggiamenti per la difesa aerea, missili e munizioni per l’artiglieria.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj, che il 5 dicembre aveva annullato all’ultimo momento un intervento in videoconferenza davanti al congresso statunitense, ha poi partecipato a un vertice virtuale dei leader del G7.
Zelenskyj ha avvertito che Putin conta sulla fine del sostegno occidentale all’Ucraina, aggiungendo che l’esercito russo ha già “aumentato in modo significativo la pressione militare lungo la linea del fronte”.
“La Russia spera che l’unità del mondo libero vada in frantumi nel 2024”, ha affermato.
A settembre Zelenskyj aveva effettuato una visita a Washington per incontrare Biden e alcuni membri del congresso.