Sabato Israele ha continuato a bombardare Gaza, dopo che gli Stati Uniti hanno messo il veto a una risoluzione delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco per dare un po’ di tregua al territorio palestinese, dove la situazione umanitaria è apocalittica, secondo le ong.
Il veto di Washington alla risoluzione del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è stato condannato dall’Autorità palestinese e dal movimento islamista Hamas, al potere nella Striscia di Gaza dal 2007. Il ministro degli esteri israeliano Eli Cohen ha detto che un cessate il fuoco “impedirebbe il collasso dell’organizzazione terroristica di Hamas”.
“Le operazioni nella Striscia di Gaza continuano”, ha dichiarato sabato l’esercito israeliano, aggiungendo che “le truppe di terra continuano a combattere in varie località”.
Il ministero della sanità di Hamas ha reso noto che 71 morti e 160 feriti sono arrivati nel giro di ventiquattr’ore all’ospedale Al Aqsa nella città di Deir el Balah.
Sempre secondo il ministero della sanità, l’ultimo bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza è di 17.490 morti, in gran parte donne e bambini.
Dopo due mesi di guerra, più della metà delle abitazioni sono state distrutte o danneggiate nel territorio palestinese, dove 1,9 milioni di persone, ovvero l’85 per cento della popolazione, sono fuggite dalle loro case, secondo le Nazioni Unite.
A causa del sovraffollamento e delle scarse condizioni igieniche dei rifugi dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi nel sud del territorio, alcune malattie trasmissibili come la diarrea, le infezioni respiratorie acute e le infezioni della pelle sono aumentate in modo significativo.
Il veto degli Stati Uniti all’Onu è stato condannato anche dalle ong, tra cui Medici senza frontiere: “Il veto degli Stati Uniti li rende complici della carneficina a Gaza”.
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