Il 20 dicembre il presidente ultraliberista Javier Milei ha annunciato una grande campagna di liberalizzazioni e deregolamentazioni dell’economia argentina, e ha firmato un decreto per modificare o abrogare più di trecento norme, tra cui quelle sugli affitti, sulle privatizzazioni e sul diritto del lavoro.
“L’obiettivo è ricostruire il paese, restituire libertà e autonomia ai cittadini, e cominciare a eliminare l’enorme quantità di norme che ostacola la crescita economica”, ha affermato Milei in un discorso trasmesso alla radio e in tv.
Tuttavia, il decreto dovrà essere approvato dal parlamento, dove il partito di Milei è in minoranza.
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Tra le misure annunciate c’è l’abrogazione della legge sugli affitti, “in modo che il mercato immobiliare possa ricominciare a funzionare”, ha spiegato il presidente, che si è insediato il 10 dicembre.
Saranno abrogate anche le leggi che impediscono la privatizzazione di aziende pubbliche come la compagnia aerea Aerolineas Argentinas e il gruppo petrolifero Ypf. “Tutte le aziende pubbliche saranno privatizzate”, ha dichiarato Milei.
Il capo dello stato ha anche annunciato una “modernizzazione del diritto del lavoro” per stimolare l’occupazione e una lunga lista di deregolamentazioni nei settori del turismo, della sanità, di internet, dei prodotti farmaceutici e del commercio.
Il decreto dovrà essere esaminato in via preliminare, entro dieci giorni, da una commissione congiunta di deputati e senatori.
Il partito di estrema destra di Milei, La libertad avanza (Lla), dispone di quaranta seggi sui 257 della camera dei deputati e di sette sui 72 del senato. Dovrà quindi cercare il sostegno della coalizione di centrodestra Juntos por el cambio e dei deputati e senatori indipendenti.
Il 12 dicembre Milei aveva annunciato una prima serie di misure drastiche, tra cui una svalutazione del peso di più del 50 per cento e tagli ai sussidi nei settori dei trasporti e dell’energia, per stabilizzare un’economia caratterizzata da debito cronico e iperinflazione.
Il discorso di Milei è stato accolto da proteste spontanee in vari quartieri di Buenos Aires.
Poche ore prima migliaia di persone avevano partecipato a una manifestazione indetta su appello delle organizzazioni di sinistra Polo obrero e Movimiento socialista.
“Dobbiamo organizzare la resistenza”, ha dichiarato all’Afp Ezequiel Pretti, un impiegato di 34 anni.
“Non vedevo così tanta polizia per le strade dai tempi della dittatura”, ha invece commentato il leader di Polo obrero Eduardo Belliboni.