Il cardinale canadese Gérald Cyprien Lacroix, stretto collaboratore del papa, è stato accusato di aggressione sessuale in Canada nell’ambito di un’azione collettiva che riguarda più di cento membri dell’arcidiocesi di Québec, secondo alcuni documenti giudiziari resi pubblici il 25 gennaio.
Lacroix, 66 anni, arcivescovo di Québec dal 2011 e cardinale dal 2014, è accusato da una donna che all’epoca dei presunti abusi aveva 17 anni.
Dal 2023 Lacroix è anche uno dei nove membri del Consiglio dei cardinali istituito da papa Francesco per assisterlo nel governo della chiesa.
“Le accuse riguardano molestie compiute tra il 1987 e il 1988”, ha dichiarato all’Afp Alain Arsenault, avvocato delle vittime.
Arsenault ha aggiunto che “gli aggressori sono stati protetti a lungo” e che probabilmente altre vittime si uniranno all’azione collettiva, lanciata nel 2022.
Il cardinale Ouellet
L’azione collettiva è basata sulle testimonianze di 147 persone che sostengono di essere state aggredite sessualmente da più di cento membri del clero e impiegati laici dell’arcidiocesi.
Tra il 2022 e il 2023 c’è stato un tentativo di risolvere il caso in via extragiudiziale, ma le parti non hanno raggiunto un accordo.
Tra i religiosi accusati fin dall’inizio dell’azione collettiva c’è il cardinale Marc Ouellet, che fino al 2023 ha ricoperto la carica di prefetto del dicastero per i vescovi, una delle cariche più importanti della Curia romana.
Ouellet ha sempre negato le accuse, dicendosi pronto a partecipare al processo per dimostrare la sua innocenza.
Dall’elezione di papa Francesco nel 2013 altri cardinali sono stati accusati di violenze sessuali.
La lotta contro gli abusi nella chiesa è una delle priorità del pontificato del papa argentino.
In particolare, papa Francesco ha istituito una commissione consultiva per la tutela dei minori, revocato il segreto pontificio sulle violenze sessuali compiute dal clero e introdotto l’obbligo di denuncia per religiosi e laici. Ma il segreto confessionale rimane assoluto.