Il 26 gennaio la Corte internazionale di giustizia (Cig) dell’Aja ha chiesto a Israele di fare tutto il possibile per “prevenire possibili atti genocidari” nella Striscia di Gaza e di consentire l’accesso agli aiuti umanitari. La storica sentenza è stata accolta con favore dal Sudafrica, che aveva presentato il ricorso.
“Israele deve fare tutto ciò che è in suo potere per impedire atti che rientrino nel campo d’applicazione della Convenzione sul genocidio e per prevenire e punire l’istigazione diretta e pubblica a commettere un genocidio”, ha affermato la Cig.
“Israele deve anche adottare misure urgenti per garantire la consegna degli aiuti umanitari agli abitanti della Striscia di Gaza”, ha aggiunto.
La corte non ha però chiesto a Israele di mettere fine alla sua offensiva.
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In questa fase i giudici non erano chiamati a stabilire se Israele stesse effettivamente commettendo un genocidio nella Striscia di Gaza. Dovevano solo pronunciarsi sul ricorso d’urgenza in attesa di occuparsi del merito della questione, una cosa che potrebbe richiedere anni.
Le sentenze della Cig sono definitive e giuridicamente vincolanti, ma la corte non ha i mezzi per farle rispettare. Per esempio, nella primavera scorsa ha ordinato alla Russia di sospendere l’invasione dell’Ucraina.
Il Sudafrica ha reagito salutando “una vittoria per il diritto internazionale e un passo importante nella ricerca della giustizia per il popolo palestinese”.
“La corte ha stabilito che le azioni d’Israele nella Striscia di Gaza sono plausibilmente genocidarie”, ha affermato il ministero degli esteri sudafricano.
Il Sudafrica ha potuto denunciare Israele perché entrambi i paesi hanno ratificato la Convenzione sul genocidio, firmata nel 1948 sulla scia dell’Olocausto.
Il caso ha colpito molto l’opionione pubblica israeliana. “È il mondo alla rovescia”, ha commentato il primo ministro Benjamin Netanyahu durante le udienze.
“Se ci sono atti che possono essere definiti genocidari, sono stati compiuti contro Israele”, ha dichiarato Tal Becker, avvocato israeliano alla Cig.
Netanyahu aveva fatto sapere che non si sarebbe sentito vincolato a rispettare un’eventuale sentenza sfavorevole. “Nessuno ci fermerà, né l’Aja, né l’asse del male, né nessun altro”.
“Ma per gli altri paesi sarà più difficile continuare a sostenere Israele dopo che un tribunale delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione per un possibile genocidio”, ha dichiarato all’Afp Juliette McIntyre, esperta di diritto internazionale presso l’università dell’Australia Meridionale.
“Considerando gli eventi storici che hanno portato alla nascita d’Israele, non bisogna trascurare l’enorme impatto simbolico di una sentenza contraria a Israele sulla base della Convenzione sul genocidio”, ha aggiunto.
Secondo le autorità di Hamas, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza ha causato finora la morte di 26.083 persone, più dell’1 per cento della popolazione del territorio. L’attacco di Hamas del 7 ottobre ha invece causato circa 1.140 vittime in Israele, secondo un conteggio dell’Afp basato sugli ultimi dati israeliani disponibili.