La missione navale dell’Unione europea nel Mar Rosso per mettere in sicurezza le navi commerciali attaccate dai ribelli houthi sarà lanciata ufficialmente il 19 febbraio. Lo hanno riferito fonti diplomatiche europee il 16 febbraio.
Questa missione, definita “rischiosa”, sarà lanciata dai ministri degli esteri dell’Unione riuniti a Bruxelles, ha affermato un funzionario europeo, parlando in condizione di anonimato. La durata prevista della missione è di un anno, ma potrà essere estesa.
La missione non sarà immediatamente operativa: spetterà al suo comando stabilire quando disporrà delle risorse sufficienti per essere pienamente attiva. Questo potrebbe richiedere “alcune settimane”.
Diversi paesi hanno espresso l’intenzione di partecipare a questa missione chiamata “Aspides” (scudo, in greco antico), tra cui Belgio, Italia, Germania e Francia. La Spagna ha detto che non parteciperà.
La fregata tedesca Hessen è partita l’8 febbraio per il mar Rosso, con un equipaggio di circa 240 persone. Sarà in uno stato di allerta permanente e potrà rispondere a possibili attacchi con missili telecomandati, droni e “imbarcazioni kamikaze”.
Il Belgio ha annunciato l’intenzione d’inviare la sua fregata Marie-Louise. La Francia si è detta pronta a mettere a disposizione della missione Aspides una delle sue fregate già presenti nel Mar Rosso.
I ventisette paesi dell’Unione hanno concordato una missione di sorveglianza e pattugliamento marittimo nel mar Rosso, a condizione però che il mandato sia puramente difensivo. La Grecia assumerà il comando generale e l’Italia assumerà il comando operativo in mare, ha aggiunto un diplomatico europeo.
Secondo i diplomatici, la missione sarà in grado di aprire il fuoco per difendere le navi mercantili, ma non sarà in grado di colpire obiettivi a terra contro le posizioni dei ribelli houthi nello Yemen. È “importante non contribuire all’escalation nella regione”, ha insistito uno dei funzionari.
Dalla metà di novembre, i ribelli houthi sostenuti da Teheran hanno intensificato gli attacchi contro le navi che considerano legate a Israele. Gli houthi affermano di agire in “solidarietà” con i palestinesi di Gaza.
I loro attacchi hanno costretto molti armatori a evitare il mar Rosso e il golfo di Aden, dove passa il 12 per cento del commercio mondiale.
Lo scorso dicembre Washington, con l’appoggio di Londra, ha formato una coalizione multinazionale per “proteggere” il traffico marittimo senza però riuscire a fermare gli attacchi.
Dalla metà di gennaio, gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno effettuato diversi attacchi contro le posizioni dei ribelli, che attaccavano anche le navi americane e britanniche.