Sessantaquattro corpi sono stati trovati lungo una strada nei remoti altopiani della Papua Nuova Guinea in seguito a un attacco legato a un conflitto tribale, ha affermato il 19 febbraio la polizia.
Il capo della polizia David Manning ha dichiarato che è in corso “un’operazione per ripristinare l’ordine pubblico”.
L’attacco si è verificato prima dell’alba del 18 febbraio vicino alla cittadina di Wabag, circa seicento chilometri a nordovest della capitale Port Moresby, ha aggiunto Manning.
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Secondo le forze di sicurezza, le vittime sono combattenti tribali caduti in un’imboscata tesa da un gruppo rivale.
Patrick Peka, capo della polizia della provincia di Enga, sostiene però che tra le vittime ci siano molti mercenari, uomini che vagano per le campagne offrendosi di aiutare le tribù a regolare i conti con i loro rivali.
Alcuni combattimenti sarebbero ancora in corso in un’area rurale vicino al luogo dell’imboscata.
Gli scontri tribali, spesso innescati da dispute territoriali o accuse di furto, sono frequenti in questa parte dell’isola della Nuova Guinea.
Il governo ha schierato un centinaio di soldati nella regione, ma il loro impatto è stato molto limitato.
Il 19 febbraio l’opposizione ha chiesto al primo ministro James Marape di rafforzare la presenza delle forze di sicurezza nella regione e di sostituire il capo della polizia Manning.
La popolazione della Papua Nuova Guinea è più che raddoppiata dal 1980, esercitando una pressione crescente sulla terra e sulle risorse naurali ed esacerbando le rivalità tribali.