Il dissidente Oleg Orlov, figura di spicco della battaglia per i diritti umani in Russia, è stato condannato il 27 febbraio a due anni e mezzo di prigione da un tribunale di Mosca per aver contestato l’invasione dell’Ucraina.
“Il tribunale ha stabilito che Orlov è colpevole e l’ha condannato a trascorrere due anni e sei mesi in una colonia penale”, ha affermato il giudice, secondo una giornalista dell’Afp presente all’udienza.
Al momento della lettura della sentenza, Orlov, 70 anni, ha fatto l’occhiolino alla moglie Tatjana e le ha detto “Me l’avevi promesso!” (riferendosi apparentemente alla promessa di non piangere).
Alcune decine di persone erano presenti in tribunale per sostenere Orlov, uno degli ultimi dissidenti ancora liberi e non in esilio all’estero.
Veterano dell’ong Memorial, a cui nel 2022 è stato assegnato il Nobel per la pace dopo essere stata sciolta dalle autorità russe, Orlov ha preso la parola il 26 febbraio per denunciare “il soffocamento della libertà in Russia” e “l’aggressione all’Ucraina”.
“Non mi pento di nulla e non rimpiango nulla”, ha aggiunto.
Orlov ha inoltre definito “un omicidio” la morte in prigione dell’oppositore Aleksej Navalnyj, avvenuta il 16 febbraio, e ha invitato i suoi sostenitori a “non perdersi d’animo”.
Nell’ottobre 2023 Orlov era stato giudicato colpevole di aver “screditato” l’esercito e condannato a pagare una piccola multa, ma la procura aveva presentato ricorso in appello.