Un nuovo naufragio ha provocato almeno 24 morti nel nord del Senegal, secondo un rapporto aggiornato il 29 febbraio dal governatore della regione di Saint-Louis.
Alioune Badara Samb, contattato telefonicamente, ha riferito che dal 28 febbraio sono stati recuperati 24 corpi dopo l’affondamento della barca su cui viaggiavano.
Non ha specificato il numero dei dispersi. Le testimonianze riportano la presenza di duecento o anche più di trecento, persone a bordo dell’imbarcazione, ma il governatore ha invitato alla cautela sulle cifre.
L’imbarcazione si è trovata in difficoltà a poche centinaia di metri dalla riva in una zona fangosa.
La costa può essere particolarmente pericolosa a causa delle correnti e della natura dei fondali. Sulla costa è stato istituito un sistema di ricerca e soccorso, ha affermato il governatore. Mamady Dianfo, originaria della Casamance, ha detto che c’erano circa trecento persone, quando la barca ha lasciato le coste senegalesi una settimana fa. Un altro sopravvissuto, Alpha Baldé, ha parlato di più di duecento passeggeri.
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Mamady Dianfo ha detto che la barca era arrivata in Marocco. In quel momento “il capitano ci ha detto che si era perso e non poteva più proseguire il viaggio. Gli abbiamo chiesto di riportarci in Senegal”.
La tragedia è avvenuta alla foce del fiume Saint-Louis, notoriamente pericolosa. Secondo il governatore, l’imbarcazione potrebbe essere partita da Joal-Fadiouth, qualche centinaio di chilometri più a sud.
Il Senegal sta affrontando un’ondata di partenze dirette alle Canarie, arcipelago spagnolo e porta d’accesso all’Europa, attraverso la rotta marittima atlantica, particolarmente pericolosa.
Migliaia di senegalesi in fuga dalla povertà, dalla disoccupazione o dalla mancanza di prospettive si imbarcano su canoe di legno che possono raggiungere una ventina di metri e trasportare decine di passeggeri, ma che sono molto precarie.