Gli spari dei soldati israeliani su una folla affamata e la successiva fuga durante una distribuzione degli aiuti hanno provocato il caos il 29 febbraio nel nord della Striscia di Gaza e la morte di più di 110 persone, secondo quando riportato da Hamas, suscitando l’indignazione della comunità internazionale e appelli per stabilire la verità dei fatti.
Pur riconoscendo “un certo numero di spari” da parte dei soldati israeliani che si sentivano “minacciati”, un ufficiale dell’esercito israeliano ha riferito di “una fuga precipitosa durante la quale decine di persone sono state uccise e ferite, alcune investite dai camion degli aiuti”.
Questa tragedia è avvenuta il giorno in cui Hamas ha annunciato che erano morte più di 30mila persone in quasi cinque mesi di guerra nel territorio palestinese, minacciato anche dalla carestia. Il conflitto, che ha trasformato il territorio in una “zona di morte” secondo le Nazioni Unite, è il più sanguinoso dei cinque che hanno contrapposto Israele al movimento islamista dal 2007, quando Hamas ha preso il potere a Gaza.
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Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
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In un contesto in cui sono fornite versioni discordanti sull’accaduto da parte di israeliani e palestinesi, il capo delle Nazioni Unite, António Guterres, si è detto “sconvolto” e ha chiesto “un’indagine efficace e indipendente” per identificare le responsabilità. Il 1 marzo il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso la sua “più forte disapprovazione” e ha chiesto “verità” e “giustizia”, mentre gli Stati Uniti hanno preteso “risposte” da Israele.
Il 29 febbraio il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito d’urgenza per discutere dell’accaduto. L’Algeria ha proposto il progetto di una dichiarazione per esprimere la “profonda inquietudine” dei quindici stati membri, in un testo, visto dall’Afp, che indicava la responsabilità delle “forze israeliane che hanno aperto il fuoco”. Una fonte diplomatica ha riferito che gli Stati Uniti si sono opposti a questa formulazione, senza però escludere del tutto l’adozione di una risoluzione. L’ambasciatore statunitense aggiunto, Robert Wood, ha confermato che “le parti stanno lavorando su una formulazione per vedere se si può arrivare a una dichiarazione”.
Un medico dell’ospedale di Al Shifa ha detto che i soldati israeliani hanno sparato a “migliaia di cittadini” che si precipitavano verso i camion degli aiuti nella città di Gaza. Il ministero della sanità di Hamas ha annunciato che i morti sono 112 e i feriti 760, in quella che ha definito una “carneficina”.
Un testimone che ha chiesto l’anonimato ha detto all’Afp che “i camion degli aiuti si sono avvicinati troppo ad alcuni carri armati dell’esercito israeliano che si trovavano nella zona e la folla, migliaia di persone, ha preso d’assalto i camion”. I soldati allora “hanno sparato sulla folla perché la gente si avvicinava troppo ai carri armati”.