Il 5 marzo il primo ministro haitiano Ariel Henry, di ritorno da una visita ufficiale in Kenya, è stato costretto ad atterrare a Puerto Rico, ha dichiarato all’Afp la portavoce del governatore del territorio statunitense dei Caraibi.
Il dipartimento di stato statunitense aveva annunciato il 4 marzo che Henry stava rientrando nella capitale haitiana Port-au-Prince, ma secondo l’emittente haitiana Radio Télé Métronome il premier ha dovuto modificare i suoi piani a causa delle violenze in corso nell’aeroporto.
Negli ultimi giorni le bande criminali che controllano la maggior parte di Port-au-Prince e le strade che conducono al resto del paese hanno attaccato vari siti strategici, tra cui l’accademia di polizia, l’aeroporto e alcune prigioni, da cui sono evasi migliaia di detenuti.
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“Se Henry non si dimetterà e se la comunità internazionale continuerà a sostenerlo, andremo dritti verso una guerra civile e un genocidio”, ha minacciato il 5 marzo nel corso di un’intervista concessa alla stampa l’influente leader criminale Jimmy Chérizier, soprannominato “Barbecue”, circondato da uomini armati e incappucciati.
Chérizier, un ex poliziotto di 46 anni, è sottoposto alle sanzioni delle Nazioni Unite.
Le bande criminali affermano di voler rovesciare Henry, che è diventato premier dopo l’omicidio nel 2021 del presidente Jovenel Moïse e che avrebbe dovuto dimettersi all’inizio di febbraio.
In risposta alle violenze, il governo ha proclamato lo stato d’emergenza e un coprifuoco notturno mentre Henry si trovava in Kenya per dei colloqui su una missione multinazionale che dovrebbe arrivare nel paese per aiutare le forze di sicurezza haitiane.
Secondo le Nazioni Unite, le violenze degli ultimi giorni a Port-au-Prince hanno spinto circa quindicimila persone a lasciare le loro case.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite terrà una riunione d’emergenza il 6 marzo sull’aumento delle violenze ad Haiti.
All’inizio della settimana il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha chiesto di accelarare i preparativi per la missione internazionale per “evitare che la situazione ad Haiti possa aggravarsi ulteriormente”.
Più di cinque milioni di persone, quasi la metà della popolazione del paese caraibico, hanno bisogno di aiuti umanitari a causa dell’aumento delle violenze, della crisi politica e della siccità. Ma la richiesta delle Nazioni Unite di donazioni internazionali per 674 milioni di dollari per il 2024 è stata finanziata solo per il 2,5 per cento.