Il primo ministro peruviano Alberto Otárola si è dimesso il 5 marzo dopo l’apertura di un’inchiesta per traffico di influenze illecite in seguito alla diffusione di alcune registrazioni audio.
Otárola, 57 anni, uomo di fiducia della presidente Dina Boluarte, aveva assunto l’incarico nel dicembre 2022 dopo la destituzione del precedente capo dello stato, Pedro Castillo, che aveva causato manifestazioni di protesta represse dalle forze di sicurezza.
“Ho comunicato alla presidente della repubblica la mia intenzione di dimettermi”, ha affermato Otárola nel corso di una conferenza stampa a Lima. Otárola ha aggiunto di non aver commesso illeciti e di essersi dimesso per non creare problemi a Boluarte.
In precedenza tutti i partiti d’opposizione avevano chiesto le dimissioni di Otárola, che il 5 marzo ha dovuto interrompere una visita ufficiale in Canada per rientrare nel paese.
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Il 3 marzo l’emittente peruviana Panamericana Televisión aveva trasmesso gli audio di alcune conversazioni tra Otárola e una giovane donna, identificata come Yaziré Pinedo, che quest’anno ha ottenuto due contratti pubblici per un valore totale di quattordicimila dollari.
“Sai che queste pratiche sono una gran rottura di scatole, ma sai anche che ti amo”, afferma Otárola in una delle registrazioni, riferendosi forse alle procedure burocratiche necessarie per assegnare i contratti a Pinedo.
Otárola ha attribuito la diffusione degli audio ai suoi avversari politici. “L’inchiesta farà il suo corso, ma sono certo che emergerà il modo in cui queste registrazioni sono state manipolate e date in pasto al pubblico”, ha dichiarato durante la conferenza stampa.
“Breve relazione forse sentimentale”
Il 5 marzo Pinedo ha ammesso di aver avuto “una breve relazione forse sentimentale” con Otárola, sostenendo però che gli audio risalgono al 2021, prima che il politico, sposato e con cinque figli, diventasse premier.
La repressione delle manifestazioni di protesta dopo la destituzione di Castillo ha causato più di cinquanta vittime nel paese. Nel novembre scorso la procura generale ha inoltrato al parlamento una denuncia contro Boluarte e Otárola per il loro ruolo nella repressione.
A gennaio una procura speciale ha invece chiesto di condannare Castillo a 34 anni di prigione per “tentativo di colpo di stato”.