Il 24 marzo si svolgeranno in Senegal le elezioni presidenziali, che potrebbero mettere fine alla crisi politica in corso, aggravata da un precedente rinvio dello scrutinio, hanno annunciato le autorità.
Dopo un mese di caos, che ha suscitato forti preoccupazioni in patria e all’estero, i senegalesi saranno chiamati alle urne per una delle elezioni più incerte nella storia recente del paese.
Il 3 febbraio il presidente Macky Sall aveva annunciato il rinvio delle presidenziali previste il 25 febbraio, una decisione poi bocciata il 15 febbraio dal consiglio costituzionale. Quest’ultimo aveva definito incostituzionale l’ipotesi d’indire le elezioni dopo la scadenza il 2 aprile del mandato di Sall. Successivamente i giudici hanno respinto la data del 2 giugno proposta da un “dialogo nazionale” convocato dal capo dello stato.
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La sera del 6 marzo Sall e il consiglio costituzionale hanno quindi fissato le presidenziali per la fine del mese, senza però sciogliere tutti i dubbi. Il presidente ha infatti indetto le elezioni il 24 marzo, il consiglio il 31 marzo. Il giorno dopo il consiglio si è però allineato alla data scelta da Sall.
Sall aveva giustificato il rinvio delle elezioni con il timore di violenze, già scoppiate nel 2021 e nel 2023, in caso di i risultati elettorali fossero contestati.
Ma l’opposizione aveva denunciato un “colpo di stato costituzionale”, sostenendo che si trattava di una manovra per restare al potere, anche perché il candidato governativo, l’attuale premier Amadou Ba, era indietro nei sondaggi.
Il consiglio costituzionale ha inoltre dichiarato inammissibile la revisione della lista dei diciannove candidati ammessi a gennaio.
Restano quindi esclusi Karim Wade, figlio dell’ex presidente Abdoulaye Wade, e soprattutto Ousmane Sonko, che è il principale avversario di Sall e si trova attualmente in prigione.
Tra i candidati ammessi c’è invece Bassirou Diomaye Faye, esponente del partito di Sonko, considerato uno dei favoriti del voto.
Intanto, il 6 febbraio il parlamento senegalese ha approvato una legge di amnistia che potrebbe favorire Faye, anche lui incarcerato.