Il governo sudcoreano ha annunciato l’11 marzo di aver avviato una procedura per sospendere più di 4.900 medici specializzandi in sciopero dal 20 febbraio per protestare contro una riforma del sistema di formazione, un movimento impopolare che sta causando serie difficoltà al sistema sanitario.
Circa dodicimila medici specializzandi, circa il 93 per cento del totale, erano assenti dal lavoro l’11 marzo, in un gesto di sfida contro il governo.
Lo sciopero ha costretto molti ospedali a respingere i pazienti e a rinviare gli interventi chirurgici, dato che il sistema sanitario sudcoreano fa grande affidamento sugli specializzandi, mentre il governo ha dovuto mobilitare i medici militari.
Tre mesi senza licenza
L’11 marzo il ministero della salute ha affermato di aver cominciato a inviare gli avvisi amministrativi ai medici in sciopero, un primo passo necessario in vista della sospensione delle loro licenze per tre mesi.
“Finora gli avvisi sono stati recapitati a più di 4.900 medici specializzandi”, ha dichiarato Chun Byung-wang, un alto funzionario del ministero.
Chun ha precisato che la sospensione sarà accompagnata da un rinvio di almeno un anno del conseguimento della qualifica di medico specialista.
Il funzionario ha però garantito che i medici che torneranno immediatamente al lavoro non saranno puniti.
In base alla legge sudcoreana, i medici sono considerati lavoratori essenziali e non possono scioperare.
La riforma contestata prevede di aumentare del 65 per cento il numero degli studenti ammessi alle facoltà di medicina, cioè duemila in più all’anno a partire dal 2025. Secondo il governo, si tratta di una misura essenziale per fronteggiare la carenza di personale sanitario e l’invecchiamento della popolazione.
La Corea del Sud ha infatti uno dei tassi più bassi di medici pro capite tra i paesi ricchi.
I medici sostengono però che un aumento degli iscritti alle facoltà di medicina comprometterebbe la qualità del sistema sanitario. Chiedono anche aumenti retributivi e migliori condizioni di lavoro.
Secondo i sostenitori della riforma, la preoccupazione principale dei medici è in realtà una riduzione dei loro stipendi e del loro status sociale.
Secondo un sondaggio recente, più del 75 per cento della popolazione, stanco delle lunghe attese negli ospedali, è favorevole alla riforma.