Dopo mesi di riflessioni e una serie di rinvii, il 10 marzo il presidente francese Emmanuel Macron ha presentato il suo progetto di legge sul fine vita, che permetterà ad alcuni pazienti, che si trovano in “condizioni strettamente regolamentate”, di ricevere una “sostanza letale”.
In un’intervista pubblicata su La Croix e Libération, Macron ha affermato che il progetto di legge del governo, che comprenderà anche un rafforzamento delle cure palliative, sarà presentato in consiglio dei ministri ad aprile e sottoposto all’assemblea nazionale a maggio, prima delle elezioni europee.
“Il provvedimento, che concilia l’autonomia dell’individuo e la solidarietà della nazione, è necessario perché ci sono casi che non possono essere umanamente accettati”, ha dichiarato il presidente.
L’iter parlamentare si preannuncia lungo e non dovrebbe concludersi prima del 2025.
Secondo alcuni sondaggi, la maggioranza dei francesi è favorevole alla legalizzazione di una qualche forma di morte assistita, ma questa prospettiva è osteggiata dai gruppi religiosi e da una parte dei medici e degli infermieri.
Una modifica della legge sul fine vita del 2016, che ammette una sedazione profonda e continua in presenza di sofferenze intollerabili e di una prognosi infausta a breve termine, era presente nel programma elettorale di Macron.
Il progetto di legge prevede “la possibilità di chiedere un aiuto a morire in condizioni strettamente regolamentate”, ha spiegato il presidente.
Potranno ricorrere alla morte assistita solo gli adulti in pieno possesso delle loro facoltà mentali – con l’esclusione quindi dei pazienti psichiatrici e dei malati di Alzheimer – che siano affetti da patologie incurabili con prognosi infausta a breve o medio termine e che subiscano “sofferenze refrattarie a qualunque sollievo”.
I pazienti che presenteranno richiesta riceveranno un “parere collegiale” dell’équipe medica entro quindici giorni. In caso di parere favorevole, si vedranno prescrivere un prodotto letale, che potranno assumere da soli oppure, se non sono in grado di farlo, con l’assistenza di un medico o di un volontario.