Il 18 marzo il governo afgano ha minacciato misure di ritorsione contro il Pakistan dopo gli attacchi in due province dell’est dell’Afghanistan che hanno causato la morte di otto civili, tra cui donne e bambini.
“Intorno alle 3 del mattino del 18 marzo l’aviazione pachistana ha bombardato alcune case nella provincia di Paktika e in quella di Khost, uccidendo rispettivamente sei e due persone”, ha affermato Zabihullah Mujahid, portavoce del governo dei taliban.
“L’Afghanistan condanna con fermezza questi attacchi, che costituiscono una palese violazione della sovranità nazionale”, ha dichiarato, aggiungendo che “potrebbero esserci conseguenze che il Pakistan non sarebbe in grado di controllare”.
“Il popolo pachistano e il nuovo governo non dovrebbero permettere alle forze armate di effettuare operazioni di questo tipo, che danneggiano le relazioni di due paesi musulmani”, ha proseguito.
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Dal ritorno al potere dei taliban in Afghanistan nel 2021, le tensioni al confine tra i due paesi sono aumentate.
Islamabad ha più volte accusato alcuni gruppi armati, e in particolare il Tehrik-i-taliban Pakistan (Ttp, i taliban pachistani), di aver condotto attacchi in Pakistan a partire dal territorio afgano.
Il governo afgano ha sempre negato di ospitare gruppi armati stranieri.
Il 18 marzo il ministero della difesa afgano ha affermato che le forze schierate lungo il confine hanno già dato una prima risposta agli attacchi pachistani.
Fonti pachistane hanno confermato all’Afp che i distretti di Kurram e del Waziristan Settentrionale sono stati messi in stato d’allerta.
Due giorni prima dei raid condotti da Islamabad un commando armato aveva ucciso sette soldati pachistani nel Waziristan Settentrionale.