Almeno 96 persone sono morte quando un peschereccio usato come traghetto, con 130 passeggeri a bordo, è affondato al largo della costa settentrionale del Mozambico, hanno annunciato il 7 aprile le autorità locali.
“L’imbarcazione è affondata perché era sovraccarica e inadatta al trasporto passeggeri”, ha affermato Jaime Neto, segretario di stato della provincia settentrionale di Nampula.
“Le vittime sono almeno 96, tra cui parecchi bambini”, ha aggiunto.
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I soccorritori hanno trovato cinque sopravvissuti e stanno continuando le ricerche, che sono però ostacolate dalle condizioni del mare.
Secondo Neto, la maggior parte dei passeggeri aveva deciso di lasciare la terraferma dopo aver ricevuto false informazioni sull’epidemia di colera in corso, che hanno scatenato il panico.
Dall’ottobre scorso il Mozambico, uno dei paesi più poveri del mondo, ha registrato quasi quindicimila casi della malattia, causata dall’ingestione di acqua contaminata. Il bilancio provvisorio dell’epidemia è di trentadue vittime.
La provincia di Nampula è stata la più colpita, con un terzo dei casi totali.
Negli ultimi mesi la provincia ha accolto molte persone in fuga dagli attacchi jihadisti nella vicina provincia di Cabo Delgado.
Neto ha annunciato l’apertura di un’inchiesta sul naufragio.
L’imbarcazione era diretta verso l’isola di Mozambico, l’antica capitale della colonia portoghese del Mozambico, patrimonio dell’umanità dell’Unesco.