Il populista filorusso Peter Pellegrini ha vinto il secondo turno delle elezioni presidenziali del 6 aprile, sconfiggendo il diplomatico filoeuropeo Ivan Korčok. Il suo insediamento è previsto il 15 giugno.
Pellegrini, economista di formazione, ha ottenuto il 53,1 per cento dei voti, contro il 46,9 per cento di Korčok.
“Difenderò gli interessi nazionali della Slovacchia”, ha affermato Pellegrini davanti ai suoi sostenitori. “Farò in modo che il paese sia dalla parte della pace, non da quella della guerra”.
Il conflitto in Ucraina è stato un tema chiave della campagna elettorale. Il primo ministro populista Robert Fico, alleato di Pellegrini, ha più volte messo in discussione la sovranità di Kiev e chiesto la pace con Mosca.
Pellegrini è stato più volte ministro nei governi guidati da Fico e l’ha anche sostituito per due anni come premier dopo la caduta dell’esecutivo nel 2018, in seguito all’omicidio del giornalista investigativo Ján Kuciak e della sua fidanzata.
Il duplice omicidio aveva scatenato un’ondata di proteste nel paese, che aveva costretto Fico a dimettersi.
Nel suo ultimo articolo, pubblicato postumo, Kuciak aveva denunciato i legami tra il governo e la criminalità organizzata.
“La strada dell’Ungheria”
In carica da ottobre del 2023, l’attuale governo, composto dal partito Smer di Fico, dal partito Hlas (Voce) di Pellegrini e dalla piccola formazione di estrema destra Sns, ha sospeso gli aiuti militari all’Ucraina.
“Con la vittoria di Pellegrini la Slovacchia potrebbe seguire la strada dell’Ungheria”, ha dichiarato l’analista politico Tomáš Koziak, riferendosi alle politiche attuate dal primo ministro ungherese Viktor Orbán, ultranazionalista, euroscettico e filorusso.
Pellegrini prenderà il posto della presidente liberale Zuzana Čaputová.
In Slovacchia il presidente ha poteri limitati, ma ratifica i trattati internazionali, nomina i giudici più importanti ed è il comandante in capo delle forze armate. Può anche mettere il veto alle leggi approvate dal parlamento.