Le piogge torrenziali hanno causato almeno dieci vittime nello stato del Rio Grande do Sul, nel sud del Brasile, mentre ventuno persone risultano disperse, hanno annunciato le autorità locali.
Quasi 3.400 persone sono state costrette a lasciare le loro case nello stato, ha affermato l’ente nazionale della protezione civile.
“Domani visiterò la zona del disastro”, ha dichiarato il 1 maggio il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva sul social network X.
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Ogni giovedì le notizie più importanti sulla crisi climatica e ambientale. A cura di Gabriele Crescente.
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“Stiamo affrontando la più grave catastrofe naturale nella storia del Rio Grande do Sul”, ha affermato nel corso di una conferenza stampa Eduardo Leite, il governatore dello stato.
Nei prossimi giorni la situazione potrebbe aggravarsi, ha aggiunto.
A Sinimbu, una cittadina con circa diecimila abitanti, le strade sono state completamente allagate, come mostrano le immagini trasmesse dalle emittenti locali. “Negozi, supermercati e uffici sono distrutti”, ha affermato la sindaca Sandra Backes.
Varie località sono rimaste isolate a causa delle frane e dei ponti crollati.
Fronte freddo
Complessivamente nello stato circa 130mila persone sono rimaste senza acqua potabile, mentre i collegamenti telefonici e internet sono stati interrotti in almeno sessanta comuni.
Il sud e il sudest del Brasile sono attualmente interessati dall’arrivo di un fronte freddo, che segue un’ondata di caldo estremo.
Lula ha attribuito il disastro alla crisi climatica.
Secondo gli scienziati, il riscaldamento globale sta aumentando l’intensità e la frequenza degli eventi meteorologici estremi.