Il 14 maggio la Casa Bianca ha annunciato drastici aumenti dei dazi doganali su una serie di prodotti cinesi del valore di diciotto miliardi di dollari. L’obiettivo è proteggere le aziende e i lavoratori statunitensi da una concorrenza considerata sleale.
I nuovi dazi colpiscono una decina di settori industriali “strategici”, tra cui semiconduttori, minerali, prodotti medici e automobili elettriche. Per queste ultime i dazi aumenteranno dal 25 al 100 per cento.
“Queste misure ingiuste rischiano di compromettere la cooperazione bilaterale”, ha reagito in un comunicato il ministero del commercio cinese, invitando gli Stati Uniti a revocarle immediatamente.
Pechino ha anche sottolineato che l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) ha già stabilito in passato che “i dazi statunitensi violano le regole”, ma Washington “continua a perseverare nei suoi errori”.
Iscriviti a Economica |
La newsletter su economia e lavoro. A cura di Alessandro Lubello. Ogni venerdì.
|
Iscriviti |
Iscriviti a Economica
|
La newsletter su economia e lavoro. A cura di Alessandro Lubello. Ogni venerdì.
|
Iscriviti |
Il 13 maggio la segretaria al tesoro statunitense Janet Yellen aveva auspicato l’adozione di “misure per proteggere gli investimenti governativi nei settori industriali strategici”, citando esplicitamente l’Ira, il grande piano verde approvato dall’amministrazione Biden nel 2023.
Il governo statunitense ha investito più di 860 miliardi di dollari nell’ambito dell’Ira per accelerare la produzione di auto elettriche, batterie, pannelli solari e turbine eoliche.
Ma Washington accusa Pechino di sostenere in modo ancora più massiccio questi settori industriali strategici, permettendo alle aziende cinesi di mantenere bassi i prezzi dei loro prodotti sui mercati globali.
I timori di Washington sono condivisi dall’Unione europea e da altri paesi, tra cui la Turchia, il Brasile e l’India, ha sottolineato un funzionario statunitense nel corso di una conferenza stampa.
Oltre a quadruplicare i dazi sulle auto elettriche, Washington ha aumentato i dazi sull’acciaio e sull’alluminio dal 7,5 al 25 per cento, come anche quelli sulle batterie, mentre quelli sui semiconduttori sono passati dal 25 al 50 per cento. Dazi del 50 per cento si applicheranno anche ai pannelli solari e ad alcuni prodotti medici.
Lael Brainard, direttrice del consiglio economico nazionale della Casa Bianca, ha giustificato queste misure affermando che “la Cina finanzia la sua crescita a spese di tutti gli altri”.
Yellen non ha escluso la possibilità di misure di ritorsione cinesi nei prossimi giorni.