Geert Wilders, leader dell’estrema destra islamofoba e vincitore delle elezioni del novembre 2023, ha annunciato il 15 maggio un accordo per un governo di coalizione di destra nei Paesi Bassi, che però non sarà guidato da lui.
“I negoziatori hanno raggiunto un accordo”, ha affermato Wilders, che a marzo aveva rinunciato a diventare primo ministro a causa dell’opposizione degli altri partiti.
L’accordo è stato firmato da quattro partiti: il Partito per la libertà (Pvv) di Wilders, il Movimento civico-contadino (Bbb), il Nuovo contratto sociale (Nsc) e il Partito popolare per la libertà e la democrazia (Vvd, centrodestra), la formazione del premier uscente Mark Rutte.
Non si conosce ancora il nome del prossimo primo ministro. Secondo Wilders, la decisione sarà presa in un secondo momento.
A marzo i quattro partiti avevano deciso di avviare le trattative per un governo composto per il 50 per cento da politici e per il 50 per cento da tecnici.
Wilders ha parlato di “giornata storica”, ricordando che il suo partito non ha mai partecipato a una coalizione di governo.
“Sono molto preoccupato”, ha dichiarato invece il leader dell’opposizione Frans Timmermans. “La formazione d’estrema destra guidata da Wilders avrà infatti un ruolo centrale nel governo”.
Negli ultimi mesi Wilders, a volte soprannominato il “Trump olandese”, ha attenuato la retorica populista sull’immigrazione per favorire le trattative, ma il programma elettorale del suo partito prevede la chiusura delle moschee e il divieto del Corano.
Il 16 maggio la coalizione di governo appena formata ha annunciato che promuoverà una politica di asilo molto restrittiva e che chiederà una deroga alle regole europee.
“I migranti irregolari saranno espulsi, con la forza se necessario”, si legge nel testo dell’accordo.