La Colombia, il paese dell’America Latina con la più lunga tradizione di tauromachia, governato dalla sinistra dal 2022, ha votato il 28 maggio un progetto di legge che vieta le corride a partire dal 2027.
Il progetto di legge, presentato dai Verdi, è stato approvato dalla camera dei rappresentanti con 93 voti a favore e due contrari.
In questo periodo di transizione di tre anni lo stato avrà il compito di trovare un’occupazione alternativa ai lavoratori del settore e di adattare le arene alle attività sportive e culturali.
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“È un giorno storico”, ha dichiarato all’Afp il deputato ambientalista Juan Carlos Losada. “Finalmente la Colombia uscirà dalla lista dei paesi in cui le corride, che sono una forma di tortura degli animali, sono considerate eventi culturali”.
Il presidente Gustavo Petro si è congratulato sul social network X con “tutti quelli che si sono battuti affinché la morte non sia più uno spettacolo”.
Nel 2018 la corte costituzionale aveva autorizzato le corride nelle città con una lunga tradizione di tauromachia, lasciando però ai sindaci la possibilità di adottare restrizioni.
Da allora le corride sono state vietate nella capitale Bogotá e a Medellín, mentre sono ancora ammesse a Cali e a Manizales.
Spagna, Portogallo e Francia
La Colombia si aggiunge così all’elenco dei paesi latinomericani che hanno vietato le corride, che comprende Brasile, Cile, Argentina, Uruguay e Guatemala. I combattimenti con i tori sono invece ancora ammessi in Perù, Venezuela, Ecuador e Messico.
A Città del Messico le corride sono riprese a gennaio nella più grande arena del mondo, che può ospitare più di quarantamila spettatori, dopo che un divieto in vigore da più di un anno era stato revocato dalla corte suprema.
In Europa le corride sono autorizzate in Spagna, Portogallo e Francia quando sono giustificate da una “lunga tradizione culturale”.