Nella notte tra il 30 e il 31 maggio le forze statunitensi e britanniche hanno bombardato le posizioni dei ribelli huthi nello Yemen, uccidendo almeno sedici persone e ferendone trentacinque, secondo l’emittente tv degli huthi.
L’operazione congiunta è stata condotta contro tredici obiettivi per prevenire futuri attacchi dei ribelli huthi, sostenuti dall’Iran, contro navi in transito nel mar Rosso e nel golfo di Aden, ha affermato lo United States central command (Centcom).
“Le forze britanniche hanno partecipato a un’operazione congiunta con quelle statunitensi per minare le capacità militari degli huthi, che continuano a condurre attacchi contro il trasporto marittimo internazionale”, aveva dichiarato in precedenza il ministero della difesa britannico.
“Sono stati colpiti in particolare obiettivi nella città costiera di Hodeida, dove alcuni edifici erano usati come stazioni di pilotaggio di droni”, aveva aggiunto la stessa fonte.
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Il 29 maggio gli huthi avevano rivendicato degli attacchi contro navi in transito al largo dello Yemen.
L’emittente tv Al Massira, controllata dagli huthi, ha affermato il 31 maggio che sedici persone sono morte e trentacinque sono rimaste ferite nei bombardamenti statunitensi e britannici, senza chiarire se si tratta di combattenti o civili.
Gli huthi hanno reagito all’operazione congiunta minacciando d’intensificare gli attacchi contro le navi.
“L’aggressione angloamericana non c’impedirà di portare avanti le nostre operazioni militari a sostegno della Palestina”, ha affermato sul social network X Mohammed al Bukhaiti, membro dell’ufficio politico degli huthi.
Dal novembre scorso gli huthi, che controllano una parte dello Yemen, hanno condotto decine di attacchi contro le navi in transito nel mar Rosso e nel golfo di Aden, sostenendo di agire in solidarietà con gli abitanti palestinesi della Striscia di Gaza.
A dicembre gli Stati Uniti hanno istituito una forza multinazionale per proteggere il trasporto marittimo internazionale.