Gli Stati Uniti chiuderanno temporaneamente il confine con il Messico ai migranti irregolari a partire dal 5 giugno, dopo che il presidente Joe Biden ha annunciato una stretta sull’immigrazione a cinque mesi dalle elezioni presidenziali.
Il presidente democratico, 81 anni, ha firmato il 4 giugno un ordine esecutivo che impedisce ai migranti irregolari di beneficiare del diritto d’asilo quando gli ingressi sono più di 2.500 al giorno per un periodo di sette giorni consecutivi, come sta accadendo in questa fase.
Il provvedimento facilita inoltre, con rare eccezioni, le espulsioni verso il Messico.
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Cosa succede negli Stati Uniti. A cura di Alessio Marchionna. Ogni domenica.
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In un discorso tenuto alla Casa Bianca, Biden ha affermato che le nuove misure permetteranno di “riprendere il controllo” del confine con il Messico, dove un numero record di persone in fuga dalla povertà sta cercando di raggiungere gli Stati Uniti.
“Contribuiranno anche a ristabilire l’ordine nel procedimento di asilo”, ha dichiarato, aggiungendo che “rispettano il diritto internazionale”.
Ha poi accusato i suoi avversari repubblicani di “demonizzare i migranti”.
La Casa Bianca ha poi chiarito che i richiedenti asilo saranno riammessi quando il loro numero scenderà intorno ai 1.500 al giorno.
I sondaggi indicano che il tema dell’immigrazione avrà un ruolo importante nelle elezioni presidenziali di novembre.
Il candidato repubblicano Donald Trump ha criticato l’annuncio di Biden. “È solo un’operazione di facciata in vista del nostro dibattito in tv”, ha scritto sul suo social network Truth Social, riferendosi al duello previsto il 27 giugno.
Secondo Trump, l’ingresso dei migranti irregolari nel paese, che lui definisce “un’invasione”, sta causando un netto aumento della criminalità, un’affermazione che non è però supportata dalle statistiche.
Secondo alcuni analisti politici, con queste misure Biden rischia di perdere il consenso dell’ala sinistra del suo elettorato.
“Contesteremo l’ordine esecutivo di Biden in tribunale”, ha avvertito la potente American civil liberties union (Aclu), un’ong per la difesa dei diritti civili.
Anche l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha espresso “forte preoccupazione” per il fatto che “molte persone che hanno bisogno di protezione internazionale saranno private di opzioni valide”.