L’11 giugno Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti, è stato riconosciuto colpevole da un tribunale federale di Wilmington di possesso illegale di un’arma da fuoco, una sentenza che potrebbe mettere in difficoltà Joe Biden in vista delle presidenziali di novembre.
Hunter Biden, 54 anni, che ha superato anni di dipendenze dalle droghe e dall’alcol, è uno dei bersagli preferiti del Partito repubblicano, che lo considera il tallone d’Achille del presidente.
Appena terminato il processo a Wilmington, nel Delaware, il presidente democratico ha raggiunto in elicottero il figlio minore, che ha poi abbracciato in una base aerea del piccolo stato nordorientale.
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“Io e Jill amiamo nostro figlio e siamo orgogliosi dell’uomo che è oggi”, aveva scritto poco prima in un comunicato.
Biden, 81 anni, si era anche impegnato a rispettare la decisione del tribunale e a non concedere la grazia al figlio in caso di condanna.
Si tratta della prima condanna penale di un figlio di un presidente degli Stati Uniti in carica.
Hunter Biden è stato riconosciuto colpevole di aver mentito durante la compilazione dei moduli per l’acquisto di un’arma da fuoco nel 2018, negando una dipendenza dalle droghe.
Ha lasciato il tribunale sorridendo e tenendo per mano la moglie Melissa Cohen Biden e la matrigna Jill Biden, moglie del presidente.
In teoria potrebbe essere condannato a una pena fino a venticinque anni di prigione, ma nella pratica è raro che procedimenti di questo tipo portino a pene detentive.
Nel settembre scorso il Partito repubblicano aveva avviato una procedura al congresso per destituire il presidente Biden, accusandolo di aver usato la sua influenza quando era vicepresidente di Barack Obama (2009-2017) per permettere al figlio Hunter di fare affari in Cina e in Ucraina.
Tuttavia, non sono state fornite prove e non è stato avviato alcun procedimento legale.