Julian Assange a Londra, nel Regno Unito, il 13 gennaio 2020. (Henry Nicholls, Reuters/Contrasto)

Il fondatore di Wikileaks Julian Assange ha lasciato la prigione britannica in cui era detenuto ed è attualmente in viaggio verso un tribunale federale degli Stati Uniti nell’oceano Pacifico, dove in base a un accordo raggiunto con le autorità statunitensi si dichiarerà colpevole prima di ottenere la libertà.

Accusato di aver pubblicato a partire dal 2010 più di 700mila documenti segreti sulle attività militari e diplomatiche degli Stati Uniti, in particolare in Iraq e in Afghanistan, Assange, un cittadino australiano di 52 anni, dovrà presentarsi il 26 giugno davanti a un tribunale federale delle Isole Marianne Settentrionali, un territorio statunitense nel Pacifico.

Assange ha lasciato la prigione di massima sicurezza vicino a Londra dov’era detenuto dal 2019 per imbarcarsi su un aereo privato all’aeroporto di Stansted, ha affermato Wikileaks, rallegrandosi del fatto che si sarebbe finalmente riunito con la moglie e i figli.

Wikileaks ha anche pubblicato un video di tredici secondi che lo mostra salire sull’aereo.

Secondo alcuni giornalisti dell’Afp, l’aereo è atterrato a Bangkok per uno scalo tecnico. In giornata ripartirà per Saipan, la capitale delle Isole Marianne Settentrionali.

In base all’accordo, Assange si dichiarerà colpevole di un unico capo d’accusa, quello di “cospirazione per ottenere e divulgare informazioni relative alla difesa degli Stati Uniti”. I documenti erano stati ottenuti con la collaborazione della soldata statunitense Chelsea Manning, condannata nell’agosto 2013 a trentacinque anni di prigione da una corte marziale e rilasciata nel gennaio 2017 dopo aver ricevuto la grazia dal presidente Barack Obama.

Assange dovrebbe essere condannato a 62 mesi di prigione, già scontati in detenzione preventiva a Londra, ed essere quindi scarcerato per poter tornare in Australia da uomo libero.

“Julian è libero!”, ha esultato la moglie Stella Assange, esprimendo “immensa gratitudine a tutte le persone che si sono battute per anni per ottenere la sua scarcerazione”.

Il governo australiano ha commentato che la vicenda di Assange si era “trascinata troppo a lungo” e che non aveva più senso tenerlo in detenzione.

L’accordo, che dovrebbe mettere fine a una saga giudiziaria durata quasi quattordici anni, arriva in un momento in cui la giustizia britannica stava esaminando un ultimo ricorso di Assange contro la sua estradizione negli Stati Uniti, approvata dal governo britannico nel giugno 2022.

Almeno in teoria, in caso di estradizione negli Stati Uniti il fondatore di Wikileaks rischiava una condanna fino a 175 anni di prigione.

Assange era stato arrestato dalla polizia britannica nell’aprile 2019 dopo aver trascorso sette anni nell’ambasciata ecuadoriana a Londra.