Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj a Kiev, il 24 febbraio 2024. (Genya Savilov, Afp)

Il 25 giugno l’Unione europea ha annunciato l’avvio formale dei negoziati per l’adesione dell’Ucraina e della Moldova.

La Russia ha fatto di tutto per ostacolare il processo di adesione dei due paesi, che si preannuncia lungo e difficile.

“Congratulazioni alla Moldova e all’Ucraina”, ha affermato sul social network X Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. “La strada da percorrere sarà lunga, ma piena di opportunità”.

Ostacolo ungherese

L’apertura dei negoziati è il risultato di un accordo raggiunto tra mille difficoltà dagli stati dell’Unione europea, che hanno faticato a convincere l’Ungheria, guidata da Viktor Orbán, a non bloccare il processo.

Il premier ungherese, che ha buoni rapporti con il presidente russo Vladimir Putin, si opponeva da mesi all’apertura dei negoziati di adesione con l’Ucraina.

Nel dicembre scorso Orbán aveva infine accettato di abbandonare il tavolo di un vertice europeo, permettendo ai suoi ventisei colleghi di approvare l’apertura dei negoziati di adesione con Kiev e Chișinău.

Da uno a due anni

Una volta aperta formalmente la conferenza intergovernativa (Cig), il 25 giugno, i negoziatori esamineranno la legislazione dei due paesi per verificarne la compatibilità con quella dell’Unione europea.

Questa fase dovrebbe richiedere da uno a due anni, hanno spiegato fonti diplomatiche.

C’è però un ulteriore ostacolo: il 1 luglio l’Ungheria assumerà la presidenza semestrale del consiglio dell’Unione europea, che riunisce i ministri dei Ventisette, e potrebbe quindi rallentare il processo.

In vista dei negoziati, la Commissione europea ha raccomandato a Kiev di adottare misure per combattere la corruzione e di fare di più per proteggere le minoranze.

Pochi mesi dopo l’inizio della guerra in Ucraina, nel giugno 2022, l’Unione europea – con un gesto altamente simbolico – aveva concesso a Kiev e alla vicina Moldova lo status di paesi candidati all’adesione.