Il fondatore di Wikileaks Julian Assange arriva al tribunale federale di Saipan, alle Isole Marianne Settentrionali, il 26 giugno 2024. (Yuichi Yamazaki, Afp)

Il fondatore di Wikileaks Julian Assange è un “uomo libero” dopo aver formalizzato il 26 giugno un accordo con la giustizia statunitense che chiude una saga legale durata quasi quattordici anni.

“Può lasciare quest’aula da uomo libero”, ha dichiarato la giudice Ramona V. Manglona al termine di una breve udienza presso il tribunale federale di Saipan, alle Isole Marianne Settentrionali, un territorio statunitense nell’oceano Pacifico.

Tuttavia, Assange non potrà tornare negli Stati Uniti senza autorizzazione, ha affermato il dipartimento della giustizia in un comunicato.

In base all’accordo, Assange, un cittadino australiano di 52 anni, accusato di aver pubblicato a partire dal 2010 più di 700mila documenti segreti sulle attività militari e diplomatiche degli Stati Uniti, in particolare in Iraq e in Afghanistan, si è dichiarato colpevole di “cospirazione per ottenere e divulgare informazioni relative alla difesa degli Stati Uniti”. È stato condannato a 62 mesi di prigione, già scontati in detenzione preventiva a Londra.

“Ho incoraggiato la mia fonte a fornire materiale classificato”, ha ammesso Assange, riferendosi alla soldata statunitense Chelsea Manning, condannata nell’agosto 2013 a trentacinque anni di prigione da una corte marziale e rilasciata nel gennaio 2017 dopo aver ricevuto la grazia dal presidente Barack Obama.

Indossando un abito nero e una cravatta color ocra, Assange ha abbracciato i suoi due avvocati e ha firmato un libro per uno dei suoi sostenitori, ha riferito un giornalista dell’Afp presente sul posto.

Ha poi lasciato il tribunale senza rilasciare dichiarazioni e si è imbarcato su un aereo privato diretto a Canberra, la capitale australiana.

“Julian dovrà ora rimettersi in forze perché viene da cinque anni terribili”, ha affermato la moglie Stella Assange. “Mi ha detto che vuole stare a contatto con la natura”.

“Assange ha sofferto enormemente per la perdita della libertà”, ha dichiarato Barry Pollack, uno dei suoi avvocati. “In futuro sono convinto che continuerà a lottare per la libertà d’espressione e la trasparenza”.

Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha affermato in parlamento di essere “molto soddisfatto dell’accordo”. Nel febbraio scorso Canberra aveva chiesto a Washington di ritirare le accuse contro Assange.

L’accordo è arrivato in un momento in cui la giustizia britannica stava esaminando un ultimo ricorso di Assange contro la sua estradizione negli Stati Uniti, approvata dal governo britannico nel giugno 2022.

Almeno in teoria, in caso di estradizione il fondatore di Wikileaks rischiava una condanna fino a 175 anni di prigione.

Assange era stato arrestato dalla polizia britannica nell’aprile 2019 dopo aver trascorso sette anni nell’ambasciata ecuadoriana a Londra.