L’opposizione sudafricana ha ottenuto dodici ministeri in un inedito governo di coalizione presentato la sera del 30 giugno dal presidente Cyril Ramaphosa.

L’African national congress (Anc), il partito al potere dalla fine dell’apartheid, ha ottenuto venti ministeri su trentadue – tra cui finanze, energia, esteri, polizia e giustizia – dopo aver perso per la prima volta la maggioranza assoluta in parlamento nelle elezioni legislative del 29 maggio.

John Steenhuisen, 48 anni, leader della Democratic alliance (Da), la principale formazione d’opposizione, sarà il nuovo ministro dell’agricoltura.

Il suo partito, favorevole alla liberalizzazione dell’economia, ha ottenuto sei ministeri, tra cui ambiente, lavori pubblici e istruzione.

Annunciando “un nuovo capitolo per il Sudafrica”, la Da si è impegnata ad attuare una politica di “tolleranza zero nei confronti della corruzione”.

Fanno parte del governo anche cinque partiti minori, tra cui la formazione nazionalista zulu Inkhata freedom party (Ifp), quella identitaria bianca Freedom front plus e la xenofoba Patriotic alliance.

“Questo governo di unità nazionale non ha precedenti nella storia della nostra democrazia”, ha affermato Ramaphosa, 71 anni, che il 19 giugno si è insediato per un secondo mandato quinquennale come presidente.

“Le priorità saranno far ripartire l’economia e creare una società più equa, affrontando la povertà, le disuguaglianze e la disoccupazione”, ha aggiunto.

Due partiti della sinistra radicale, uMkhonto we Sizwe (Mk), guidato dall’ex presidente Jacob Zuma, ed Economic freedom fighters (Eff), fondato da Julius Malema, hanno invece rifiutato di entrare nel governo.