Il bilancio dei quattro attentati suicidi compiuti il 29 giugno a Gwoza, nello stato nordorientale di Borno, dov’è ancora attivo il gruppo jihadista Boko haram, è salito il 1 luglio a 32 vittime.

“Il bilancio provvisorio è di 32 morti e 42 feriti”, ha affermato il vicepresidente Kashim Shettima durante una visita a un ospedale di Maiduguri, capoluogo dello stato di Borno.

“Ventisei persone sono ancora ricoverate in ospedale”, ha aggiunto.

Il bilancio precedente era di diciotto vittime.

Il 29 giugno Gwoza, una città con quasi 400mila abitanti, è stata colpita da quattro attentati suicidi quasi simultanei, almeno tre dei quali compiuti da donne. Gli attentati non sono stati rivendicati.

Gwoza era stata occupata da Boko haram nel 2014, prima di essere riconquistata dall’esercito nigeriano con l’aiuto delle forze ciadiane nel 2015. Ma il gruppo continua a lanciare attacchi dalle montagne che circondano la città, al confine con il Camerun.

Negli ultimi anni i gruppi jihadisti attivi nel nordest del paese avevano ridotto gli attentati suicidi, preferendo altri tipi di azioni, tra cui rapimenti di massa, saccheggi e uccisioni mirate.

Gli attentati del 29 giugno hanno quindi colto di sorpresa la popolazione locale e le autorità.

“Questi vili attentati sono un episodio isolato”, ha affermato il presidente Bola Tinubu. “Non permetterò a nessuno di far ripiombare il paese in un’era di paura, lacrime e sangue”.

Tinubu, al potere dal maggio 2023, si era impegnato a riportare la sicurezza nel paese, scosso dalle violenze jihadiste, dal banditismo e dalle tensioni intercomunitarie.

Dal 2009 le violenze jihadiste nel nordest del paese hanno causato 40mila vittime e costretto circa due milioni di persone a lasciare le loro case. Oltre a Boko haram, nella regione è attivo anche il gruppo Stato islamico nella provincia dell’Africa occidentale (Iswap).