Nove persone sono morte e venti sono rimaste ferite la sera del 14 luglio nel centro di Mogadiscio, la capitale della Somalia, quando un’autobomba è esplosa davanti a un caffè in cui decine di persone stavano guardando la finale degli Europei di calcio, secondo un nuovo bilancio fornito da fonti della sicurezza.
Le autorità hanno attribuito l’attentato al gruppo Al Shabaab, legato ad Al Qaeda, che prende di mira regolarmente obiettivi militari, politici e civili.
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Cosa succede in Africa. A cura di Francesca Sibani. Ogni giovedì.
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“Il bilancio è salito a nove morti e venti feriti”, ha dichiarato all’Afp Mohamed Yusuf, funzionario dell’agenzia di sicurezza nazionale.
“Cinque persone sono morte all’esterno dell’edificio e quattro all’interno”, ha precisato Mohamed Salad, un ufficiale della polizia somala.
Il bilancio precedente era di cinque vittime.
Negli ultimi anni il gruppo estremista islamico Al Shabaab ha condotto un gran numero di attacchi a Mogadiscio e in altre regioni della Somalia, paese del Corno d’Africa ancora caratterizzato da instabilità. Cacciati dalla capitale dalle forze dell’Unione africana (Ua) nel 2011, i miliziani del gruppo hanno mantenuto una forte presenza nelle aree rurali.
Il 13 luglio cinque detenuti di Al Shabaab sono stati uccisi durante un tentativo di evasione dalla prigione principale di Mogadiscio. Secondo le autorità, nella sparatoria sono morte anche tre guardie carcerarie.
Il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud ha proclamato una “guerra totale” contro Al Shabaab. L’esercito ha unito le forze con alcune milizie locali in una campagna militare sostenuta da una forza dell’Ua e dagli attacchi aerei degli Stati Uniti.
Ma l’offensiva ha subìto delle battute d’arresto e all’inizio del 2024 Al Shabaab ha rivendicato la conquista di alcune località nel centro del paese.
In base a una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il ritiro delle truppe dell’Ua è previsto entro il 31 dicembre 2024.