Il presidente francese Emmanuel Macron ha respinto il 23 luglio la candidatura a premier di Lucie Castets e ha affermato che non nominerà un nuovo governo prima della fine delle Olimpiadi, “alla metà di agosto”. Intanto il paese sta vivendo una situazione politica confusa dopo le elezioni legislative anticipate, che non hanno prodotto una chiara maggioranza.
A più di due settimane dal secondo turno delle legislative, indette dopo la clamorosa sconfitta del partito di Macron alle elezioni europee del 9 giugno, il quadro politico fatica a prendere forma e i cittadini cominciano a spazientirsi.
“Fino a metà agosto dobbiamo concentrarci sulle Olimpiadi”, ha affermato Macron nel corso di un’intervista in tv. “Ma appena concluse sarà mia responsabilità affidare a un premier o a una premier l’incarico di formare un governo”.
Il campo presidenziale ha perso la maggioranza all’assemblea nazionale in seguito alla decisione di Macron d’indire le elezioni anticipate.
Il primo turno delle legislative aveva visto un’affermazione dell’estrema destra, mentre il secondo aveva prodotto un’assemblea divisa in tre blocchi contrapposti.
Macron aveva poi accettato le dimissioni del governo guidato da Gabriel Attal, che però è rimasto in carica per occuparsi degli affari correnti.
Nel corso dell’intervista Macron ha invitato le forze politiche del “fronte repubblicano”, che nel secondo turno delle legislative hanno sbarrato la strada all’estrema destra grazie ai patti di desistenza, a “essere all’altezza di quel momento” e a “scendere a compromessi”.
Le accuse di Mélenchon
Un’ora prima dell’intervista il Nuovo fronte popolare (Nfp), l’alleanza di sinistra che ha ottenuto la maggioranza relativa dei seggi all’assemblea nazionale, aveva raggiunto un accordo per proporre come premier Lucie Castets, un’alta funzionaria del comune di Parigi.
“Castets è impegnata da anni nelle lotte associative per la difesa e la promozione dei servizi pubblici”, ha affermato l’Nfp.
Ma nel corso dell’intervista Macron ha ricordato che l’alleanza di sinistra non ha la maggioranza assoluta all’assemblea nazionale, respingendo di fatto la candidatura di Castets. “Né il Nuovo fronte popolare né la maggioranza uscente né la destra hanno i numeri per attuare i loro programmi elettorali”.
“La responsabilità dei blocchi di centro e di sinistra è di arrivare a un compromesso”, ha proseguito il capo dello stato. “Accordi di questo tipo sono all’ordine del giorno in tutti i paesi europei, anche se non fanno parte della nostra tradizione politica”.
Jean-Luc Mélenchon, leader di La France insoumise (Lfi, sinistra radicale), ha reagito alla bocciatura della candidatura di Castets accusando Macron di voler “imporre con la forza il suo fronte repubblicano” ed escludendo la possibilità di allearsi con i centristi.