Il pioniere della microfinanza del Bangladesh Muhammad Yunus è stato insignito del premio Nobel per la pace nel 2006. (Andreas Solaro, Afp)

Il 7 agosto la presidenza del Bangladesh ha annunciato che il premio Nobel per la pace Muhammad Yunus guiderà un governo provvisorio, dopo lo scioglimento del parlamento e la fuga della prima ministra dimissionaria Sheikh Hasina.

La decisione “di formare un governo ad interim (…) con Yunus come leader” è stata presa nel corso di un incontro tra il presidente Mohammed Shahabuddin, alti dignitari dell’esercito e leader del collettivo Studenti contro la discriminazione, il principale movimento dietro le manifestazioni cominciate all’inizio di luglio.

“Il presidente ha chiesto al popolo di aiutarlo a superare la crisi. Per superare la crisi è necessaria la rapida formazione di un governo provvisorio”, si legge in un comunicato della presidenza.

Muhammad Yunus, che attualmente risiede in Europa, aveva dichiarato di essere pronto a guidare un governo il 6 agosto.

A Yunus, 84 anni, anche noto come “il banchiere dei poveri” è riconosciuto il merito di avere fatto uscire milioni di persone dalla povertà con il microcredito, guadagnandosi il rispetto di milioni di bangladesi. “Se è necessaria un’azione in Bangladesh, per il mio paese e per il coraggio del mio popolo, allora la intraprenderò”, ha detto all’Afp in una dichiarazione, chiedendo però anche che si tengano presto “libere elezioni”.

Nahid Islam, leader del collettivo studentesco, ha confermato la decisione ai giornalisti dopo un incontro di tre ore nella sede della presidenza, definendo le discussioni “fruttuose”. Il presidente Shahabuddin ha concordato che il governo ad interim “sia formato il più presto possibile”, ha affermato.

Il 6 agosto, parlando alla stampa, il segretario di stato americano Antony Blinken ha dichiarato che questo governo deve “rispettare i principi democratici, lo stato di diritto e la volontà del popolo”.

Il 7 agosto il Pakistan ha affermato di essere “solidale con il popolo del Bangladesh” nella speranza di un “ritorno alla normalità” e di un “futuro armonioso” per il suo vicino.

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La prima ministra Sheikh Hasina, 76 anni, è stata al potere nel paese dal 2009 ed è stata costretta a fuggire il 5 agosto, in seguito a delle proteste di massa che andavano avanti da settimane. Lo scorso gennaio è stata accusata di avere influenzato le elezioni e nell’ultimo mese ha visto milioni di persone scendere in piazza per chiedere le sue dimissioni.

Centinaia di persone sono state uccise mentre le forze di sicurezza cercavano di reprimere i disordini, ma le proteste sono cresciute e Hasina è infine fuggita a bordo di un elicottero il 5 agosto. Il capo dell’esercito, il generale Waker Uz Zaman, ha annunciato che formerà un governo provvisorio per “fermare la violenza”.

Il presidente ha sciolto il parlamento il 7 agosto, una richiesta fondamentale dei leader studenteschi e del principale partito di opposizione, il Bangladesh national party (Bnp), che ha chiesto che le elezioni si tengano entro tre mesi.

“Abbiamo bisogno di risposte”, ha dichiarato l’attivista Sanjida Islam Tulee. Anche il destino di Hasina, ora in India, è incerto. Una fonte aveva detto che voleva andare a Londra, ma gli appelli del governo britannico per un’indagine guidata dalle Nazioni Unite sulla violenza “senza precedenti” delle scorse settimane contro i manifestanti hanno messo in dubbio questa possibilità.

Thomas Kean dell’International crisis group ha affermato che le nuove autorità hanno dovuto affrontare una sfida difficile. “Il governo provvisorio, che ora assumerà il potere, deve intraprendere il lungo compito di ricostruire la democrazia in Bangladesh, che è stata così gravemente erosa negli ultimi anni”, ha concluso.