Il 16 agosto gli operatori sanitari indiani hanno annunciato nuove mnifestazioni, dopo lo stupro e l’omicidio di una collega avvenuto la settimana scorsa in un ospedale di Calcutta, un caso che ha sconvolto il paese e spinto il primo ministro Narendra Modi a chiedere un’intervento severo delle autorità.

“Stiamo intensificando le nostre proteste (…) per chiedere giustizia per la nostra collega”, ha dichiarato Suvrankar Datta, medico e ricercatore in radiologia presso l’ospedale pubblico All India institutes of medical sciences (Aiims) di Nuova Delhi.

Il corpo di questa donna di 31 anni è stato trovato con ferite multiple il 9 agosto nell’ospedale pubblico di Calcutta dove lavorava. L’autopsia ha confermato lo stupro e l’omicidio.

Il 12 agosto l’Alta corte di Calcutta ha trasferito il caso al Central bureau of investigation (Cbi), un’agenzia federale, per “ispirare la fiducia del pubblico”.

L’11 agosto i medici degli ospedali pubblici di vari stati indiani hanno sospeso per un periodo “indefinito” le cure non urgenti, chiedendo maggiore sicurezza sul posto di lavoro.”Lo sciopero continuerà fino a quando tutte le richieste non saranno ufficialmente soddisfatte”, ha dichiarato il 15 agosto a Press trust of India Dhruv Chauhan, rappresentante della rete dei giovani medici dell’Associazione medica indiana.

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La polizia ha arrestato un uomo che lavorava nell’ospedale e aveva il compito di aiutare le persone a rispettare le code.

Migliaia di persone, soprattutto donne, hanno manifestato a Calcutta il 15 agosto, per denunciare l’omicidio e la violenza sessuale e chiedere “giustizia” per la vittima.

La violenza sessuale contro le donne è molto diffusa in India, con una media di quasi 90 stupri al giorno denunciati nel 2022 nel paese di 1,4 miliardi di abitanti.

Lo stupro e l’omicidio di una giovane donna su un autobus di Nuova Delhi nel 2012 scatenò enormi manifestazioni. Sotto la pressione dell’opinione pubblica, il governo aveva emanato pene più severe per gli stupratori e persino la pena di morte per i recidivi.

Sono stati introdotti anche diversi nuovi reati sessuali, tra cui le molestie e le pene detentive per i dipendenti pubblici che non accolgono le denunce per stupro. Il primo ministro Narendra Modi ha chiesto che i “comportamenti mostruosi contro le donne” siano “severamente e rapidamente puniti”.

Gli operatori sanitari del paese chiedono anche l’attuazione del Central protection act, una legge pensata per proteggere gli operatori sanitari dalla violenza.

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