L’Unione europea imporrà dazi aggiuntivi fino al 36 per cento per cinque anni sulle importazioni delle auto elettriche cinesi, ma rimane aperta a soluzioni alternative da concordare con Pechino, ha affermato il 20 agosto la Commissione europea.

I dazi, che si aggiungeranno a quelli del 10 per cento già applicati, entreranno in vigore entro la fine di ottobre, previa approvazione dei Ventisette, a meno che non si raggiunga un accordo alternativo con Pechino. Sostituiranno quelli provvisori introdotti il 5 luglio, che arrivavano al 38 per cento, ha precisato la Commissione in un comunicato.

La Commissione ha inoltre annunciato che non riscuoterà i dazi provvisori. Continueranno a essere pagati, ma resteranno congelati in un conto bancario in vista della restituzione.

Alcuni stati membri, tra cui la Germania e la Svezia, sono contrari ai dazi, che in teoria potrebbero essere bloccati da una maggioranza qualificata di quindici paesi che rappresentino il 65 per cento della popolazione europea.

I dazi aggiuntivi riguardano la maggior parte dei produttori cinesi. Saranno del 17 per cento per la Byd, del 19,3 per cento per la Geely e del 36,3 per cento per la Saic. Gli altri produttori saranno soggetti a dazi aggiuntivi medi del 21,3 per cento se hanno collaborato all’inchiesta o del 36,3 per cento se non l’hanno fatto.

Le modifiche sono il risultato del dialogo avviato con le aziende, ha dichiarato un funzionario europeo che ha chiesto di rimanere anonimo.

Ancora legata ai motori a benzina e diesel, l’industria automobilistica europea teme la chiusura delle fabbriche se non riuscirà ad arginare l’arrivo dei modelli elettrici cinesi a basso costo. Pechino ha infatti investito da tempo sulle auto a batteria.

Nell’Unione europea il mercato dell’auto elettrica è comunque in espansione, stimolato dal divieto di vendita di veicoli nuovi con motori termici previsto per il 2035. Secondo alcune stime, attualmente i veicoli cinesi rappresentano il 22 per cento del mercato europeo dell’auto elettrica, contro il 3 per cento di tre anni fa. Complessivamente le case automobilistiche cinesi hanno una quota di mercato dell’8 per cento.

La Commissione europea ha anche annunciato dazi del 9 per cento per cinque anni sulle importazioni di auto elettriche Tesla prodotte in Cina.

I dazi imposti alla Tesla sono nettamente inferiori a quelli previsti per le auto cinesi perché l’azienda statunitense riceve meno sovvenzioni in Cina, ha precisato la Commissione.